venerdì 28 giugno 2019

Venerdì … solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù





Venerdì … solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Invito tutti a guardare a quel Cuore e ad imitarne i sentimenti più veri. Pregate per tutti i Sacerdoti e per il mio Ministero petrino, affinché ogni azione pastorale sia improntata sull’amore che Cristo ha per ogni uomo.

(papa Francesco)

giovedì 27 giugno 2019

S. Arialdo, prega per noi!

 
 
 
Nella primavera del 1066 Erlembaldo rientrò in Milano recando due bolle pontificie: la prima di scomunica contro l’arcivescovo Guido; la seconda in cui il Papa esortava il clero milanese a seguire le indicazioni di Roma. Guido da Velate indisse una grande assemblea alla quale accorsero migliaia di persone delle opposte fazioni, tra cui Arialdo ed Erlembaldo.
 
Quando l’arcivescovo inveì contro le pretese del Papa di dettare legge a Milano, una parte della folla si scagliò contro Arialdo e Erlembaldo. Erlembaldo si difese facendo roteare il vessillo della Santa Chiesa dal quale non si separava mai. Arialdo fu costretto a fuggire, ma nelle vicinanze di Piacenza fu arrestato e condotto nel castello di donna Oliva, nipote di Guido da Velate, che il 28 giugno 1066 lo fece trucidare in un isolotto del lago Maggiore. Prima di ucciderlo, gli assassini gli afferrarono le orecchie, intimandogli obbedienza all’arcivescovo di Milano.
 
Al suo rifiuto gli tagliarono le orecchie, mentre Arialdo, elevando gli occhi al Cielo, diceva: «Ti ringrazio o Cristo, che oggi ti sei degnato di annoverarmi tra i suoi martiri». Gli aguzzini gli chiesero ancora se riconosceva l’autorità di Guido, ma egli, mantenendo la consueta fermezza d’animo, rispose di no. Subito, racconta il suo biografo, gli tagliarono via il naso, con il labbro superiore. Gli cavarono allora entrambi gli occhi e gli troncarono la mano destra dicendo: «Questa è la mano che vergava lettere dirette a Roma».
 
Poi gli amputarono il membro virile, dicendo: «Fino ad oggi sei stato predicatore della castità; d’ora in avanti sarai anche casto». Infine gli strapparono la lingua, dicendo: «Finalmente taccia questa lingua che mise scompiglio nelle famiglie dei chierici e le disperse». E così, conclude Andrea da Strumi, «quella santa anima fu liberata dalla carne; il corpo poi fu seppellito in quel luogo. Dopo questi fatti sul posto cominciarono ad apparire durante la notte ai pescatori splendide luci» (p. 145).
Gli assassini allora lo legarono con pesanti pietre e lo affondarono nel punto più profondo del Lago Maggiore. Dopo dieci mesi però, il 3 maggio 1067, il corpo di Arialdo tornò miracolosamente alla superficie. Dopo molte resistenze, donna Oliva consegnò il cadavere ad Erlembaldo, che lo riportò a Milano, dove fu deposto trionfalmente nella chiesa di S. Ambrogio, prima di essere tumulato in S. Celso e, alla fine del XVIII secolo, in Duomo.
 
Alessandro II nel 1068 beatificò Arialdo.
 

domenica 16 giugno 2019

La nostra appartenenza filiale a Dio non è mai un atto individuale...




simbolismo trinitario di Gioacchino da Fiore

Volevo partire dalla prima orazione che in questo solennità racchiude in sintesi le letture appena proclamate:

Ti glorifichi, o Dio, la tua Chiesa,
contemplando il mistero della tua sapienza
con la quale hai creato e ordinato il mondo;
tu che nel Figlio ci hai riconciliati
e nello Spirito ci hai santificati,
fa' che, nella pazienza e nella speranza,
possiamo giungere alla piena conoscenza di te
che sei amore, verità e vita.

La Chiesa, noi, glorifica Dio uno e trino, che rivela la gloria della sua sapienza nella creazione e nell’ordine delle cose create.

La Chiesa contempla la sapienza, cioè l’armonia, la bellezza, l’ordine della creazione, del creato e delle creature.

Siamo richiamati a contemplare, ha riempire i nostri occhi di tutto ciò.

Se penso ai giorni trascorsi in pellegrinaggio in Sardegna, ma anche in questi giorni, trascorsi, all’Oratorio estivo appare un ordine della sapienza che l’uomo è capace di compiere e vivere, perché noi siamo fatti ad immagine e somiglianza del divino che oggi celebriamo nel suo mistero trinitario.

Noi siamo chiamati a contemplare, ma anche a custodire e realizzare l’ordine sapiente di Dio.

In tutto questo ci vuole la pazienza e la speranza: è lo sguardo di Dio su di noi, frutto di quell’essere riconciliati nel Figlio e santificati nello Spirito.

Quindi un cammino fatto da due passi: pazienza e speranza.

Pazienza per le fatiche e i fallimenti, ma speranza perché raggiungeremo la pienezza nella conoscenza di Dio che è amore, verità e vita.

La festa della Santissima Trinità ci richiama alla relazione, ad una fede fatta da relazioni, quelle intra divine, tra Padre, Figlio, Spirito, e quelle con noi e ciascuno di noi: ecclesiali e personali.

Quali relazione ho con sentire della Chiesa? Quali conoscenza ho della Chiesa e della mia fede? Quali relazioni costruisco nella fede, con pazienza e speranza?

Il nostro Dio si è rivelato a noi nel suo Figlio, mostrandoci il Padre e invocando per noi il dono della promessa del Padre, lo Spirito.

Come oggi mostrare Dio?

Scrive il Santo Padre Francesco:

La nostra appartenenza filiale a Dio non è mai un atto individuale ma sempre ecclesiale: dalla comunione con Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, nasce una vita nuova insieme a tanti altri fratelli e sorelle. E questa vita divina non è un prodotto da vendere – noi non facciamo proselitismo – ma una ricchezza da donare, da comunicare, da annunciare: ecco il senso della missione.

Donare, comunicare e annunciare tre parole che possono oggi rivelare Dio attraverso ciascuno di noi. Amen.

domenica 9 giugno 2019

Pentecoste … festa della Chiesa nascente, Chiesa dalle genti




La solennità di Pentecoste come la Pasqua prevede una liturgia di vigilia pari ad una veglia.

Ecco uno stralcio dalla Parola di Dio:

… Egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.

… Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre… il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Avevamo già incontrato lo Spirito, il Paràclito, in questo tempo di Pasqua, come colui che combatte al nostro fianco, Colui che rende presente a noi il Cristo, tanto che anche noi come Paolo possiamo dire:

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

Il Santo Padre Francesco ha ricordato lo scorso mercoledì a pellegrini di lingua italiana:

Domenica prossima celebreremo la solennità della Pentecoste. Il Signore vi trovi tutti pronti ad accogliere l’abbondante effusione dello Spirito Santo. La grazia dei suoi doni infondi in voi nuova vitalità alla fede, rinvigorisca la speranza e dia forza operativa alla carità.

Quali doni del Paràclito ho più bisogno per dare vitalità alla fede, vigore alla speranza e operatività alla carità?

Forse ad uno serve di più invocare il dono della Fortezza; ad un altro il dono dell’Intelletto; ad un altro il Timore di Dio…

Vi suggerisco di ascoltare la catechesi dell’amato Cardinale Carlo Maria Martini sui sette doni dello Spirito Santo (ascoltabile in fondo al link), oppure la meditazione di Benedetto XVI ai cresimandi o un altro testo a vostro piacimento.
Ma anche un articolo dal Corriere della Sera dopo la Via Crucis del Venerdì Santo 2019. Due testi che richiamano la Pentecoste: i doni dello Spirito e la festa della Chiesa nascente, Chiesa dalle genti.

Buona lettura e buona meditazione in questo nuovo periodo che con lunedì inizia, il tempo ordinario, il tempo abitato e guidato dallo Spirito, così come lo fu per gli Apostoli sarà per noi.

Vieni, Santo Spirito, vieni per Maria, e consolaci. Amen

sabato 8 giugno 2019

San Calocero, prega per noi!



 
Caio era nativo di Brescia, convertito al Cristianesimo dalla predicazione e dalla costanza dei santi Faustino e Giovita, prese il nome di Calocero. Secondo gli Atti dei Santi Faustino e Giovita fu martirizzato ad Albenga sotto Adriano (117-138). Il culto di questo martire fu limitato ad alcune diocesi del nord Italia: Brescia, Milano, Asti, Ivrea e Tortona. Probabilmente le sue reliquie sarebbero state trasferite verso la metà del IX secolo nel monastero di S. Pietro al Monte, a Civate (Como).
L'immagine è della chiesa di S. Calocero in Milano, che venne demolita nel 1951, dove sarà l'immagine venerata?
 
San Calocero, prega per noi!

venerdì 7 giugno 2019

Santità e santini in Sicilia






La Sicilia è certamente la regione italiana dove l'uso dei santini o holy card o immaginette sacre è maggiormente in uso e diffuso.
 
Ecco un esempio.

giovedì 6 giugno 2019

Santità e santini in Sicilia



 
 
 
 
La Sicilia è certamente la regione italiana dove l'uso dei santini o holy card o immaginette sacre è maggiormente in uso e diffuso.
 
Ecco un esempio.

mercoledì 5 giugno 2019

Santità e santini in Sicilia



 
 
 
 
La Sicilia è certamente la regione italiana dove l'uso dei santini o holy card o immaginette sacre è maggiormente in uso e diffuso.
 
Ecco un esempio.

martedì 4 giugno 2019

Santità e santini in Sicilia



 
 
 
 
La Sicilia è certamente la regione italiana dove l'uso dei santini o holy card o immaginette sacre è maggiormente in uso e diffuso.
 
Ecco un esempio.
 
 
 
 
 
 
San Giuliano Martire
Calatafimi Segesta
Trapani

lunedì 3 giugno 2019

Santità e santini in Sicilia


 
 
 
 
La Sicilia è certamente la regione italiana dove l'uso dei santini o holy card o immaginette sacre è maggiormente in uso e diffuso.
 
Ecco un esempio.

domenica 2 giugno 2019

Santità e santini in Sicilia



 
 
 
La Sicilia è certamente la regione italiana dove l'uso dei santini o holy card o immaginette sacre è maggiormente in uso e diffuso.
 
Ecco un esempio.

sabato 1 giugno 2019

Santità e santini in Sicilia



 
 
 
 
La Sicilia è certamente la regione italiana dove l'uso dei santini o holy card o immaginette sacre è maggiormente in uso e diffuso.
 
Ecco un esempio.