giovedì 30 maggio 2019

Fede e arte da Porto Torres, passando per Oristano fino in Barbagia (4)



Santuario Nostra Signora di Bonacatu Bonarcardo (OR)

Troviamo il Santuario Nostra Signora di Bonacatu a Bonarcardo (OR) sul pendio del Montiferru nelle vicinanze del complesso di cui fa anche parte la chiesa romanica di Santa Maria. È il più antico santuario della Sardegna.

Il Santuario di Nostra Signora di Bonacatu, in Bonarcado, è opera tardo romana o primo bizantina e risale al secolo VI o agli inizi del VII. Forse è il Santuario Mariano più antico della Sardegna e la chiesa alto-medioevale più insigne dell’oristanese.

La struttura muraria ed architettonica induce a credere che sia stato costruito dal principe della zona. Alla fine dell’anno 1000, a pochi passi dal Santuario, sorge un nuovo edificio sacro di bella linea romanica. Lo costruisce il giudice Costantino d’Arborea che edifica anche un monastero e chiama a reggerlo i monaci Camaldolesi dell’Abbazia di San Zenone di Pisa. L’abbazia bonarcadese, regalata da ricchi e poveri e valorizzata dai principi, acquista, presto, rinomanza in tutta l’isola. Nel 1146 i giudici sardi, divisi da diverse controversie, sono a Bonarcado assistiti dal Legato Pontificio Villano de Gaetani, che funge da arbitro, per trovare un’intesa di pace alla luce di Maria di Bonacatu.

Un giovane studioso di cose sarde, in una recente pubblicazione, afferma che la sede mariana di Bonarcado era la preferita dai principi quando dovevano essere discussi i problemi della pace, per cui si può dire che la Madonna di Bonacatu è sinonimo di Madonna della Pace, della Concordia.

Il 3 aprile 1237 Pietro II, giudice d’Arborea, “in atrio beatae Mariae de Bonarcado“, alla presenza di quasi tutti i vescovi della Sardegna e di notabili dignitari, civili e militari, riconosce solennemente il supremo dominio della Chiesa Romana sul suo Giudicato e presta giuramento di fedeltà e di vassallaggio al Papa nelle mani del Legato Pontificio in Sardegna.

Nello stesso giorno Pietro II “in ecclesia B.M. de Bonarcado”, riceve dall’arcivescovo Alessandro, legato pontificio, mediante la consegna di un vessillo con l’emblema delle “Somme Chiavi”, la investitura del Giudicato di Arborea.

Nel 1253, sotto lo sguardo di Maria di Bonacatu, si celebra, in Bonarcado, un Concilio Nazionale, presieduto dal Legato Pontificio Prospero, Arcivescovo Turritano.

Questi brevi accenni danno la misura dell’importanza data, nell’antichità, al Santuario di Bonacatu ed al suo monastero del quale non resta traccia alcuna, ma che doveva essere vasto e fastoso se poteva ospitare principi e principesse con i loro cortei di dame, dignitari e uomini d’arme.

I monaci camaldolesi fecero il più bel regalo a Bonarcado quando portarono da Pisa, ed intronizzarono nel santuario una dolcissima ceramica raffigurante la Madonna col Bambino, della scuola di Donatello.

La Madonna, da questa umile sede, ha beneficato la Sardegna con grazie così straordinarie che il paese di Bonarcado, presso molti centri dell’isola, è conosciuto col nome di “Su Meraculu”, cioè “il miracolo”.

Il titolo di “Bonacatu” è tipicamente sardo, anche se di radice latina, per cui si interpreta “Madonna della Buona Accoglienza” o della “Buona Ospitalità”, tant’è vero che anche oggi a chi è stato ospite presso qualcuno si usa chiedere: “Accatu onu, t’ana fattu?”, cioè “ti hanno accolto bene?”. Tale interpretazione non nega, non è in contrasto e nulla toglie alla leggenda del ritrovamento del santuario (dopo un lungo abbandono) da parte di un fortunato cacciatore di Cuglieri o di Abbasanta, o di un altro paese vicino, anzi conferma il suo antico titolo di Bonacatu, cioè di Colei che si fa trovare e mostra il suo viso, offre ospitalità a chi è stanco.

La Santa Sede, non solo in tempi andati, ma anche recentemente, ha guardato con interesse al Santuario di Nostra Signora di Bonacatu e concesse nel 1821 con Pio VII, l’altare privilegiato in perpetuo e l’indulgenza plenaria ai pellegrini.

Con rescritto in data 11 ottobre 1970 il Rev.mo Capitolo dell’Arcibasilica di San Pietro in Vaticano decretava l’incoronazione solenne del venerato simulacro ed il 26 maggio 1971 il Beato Paolo VI nell’udienza del mercoledì, faceva menzione in San Pietro di Nostra Signora di Bonacatu e ne benediceva il diadema per l’incoronazione, avvenuta con solenne celebrazione il 22 maggio 1977.

Per l’Anno Santo 2000 l’Arcivescovo Metropolita di Oristano, Mons. Pier Giuliano Tiddia, ha inserito il Santuario di N.S. di Bonacatu tra le chiese giubilari.

In data 19 giugno 2011, commemorazione di San Romualdo Abate, Patrono della Parrocchia, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti della Santa Sede, a firma del prefetto Card. Antonio Canizares Llovera, ha riconosciuto alla Chiesa di Santa Maria in Bonarcado il titolo e la dignità di Basilica Minore.

 

Centro storico di Oristano

Oristano città nasce dalla lunga storia e dalla fusione di tre città: Tharros, la città fenicia sul mare, Neapolis ed Othoca. Intorno all'anno 1000 le ultime istituzioni di Tharros, minacciate dagli attacchi dei pirati, si spostarono definitivamente ad Oristano e la città iniziò ufficialmente la sua storia.

Il centro storico iniziò ad abbellirsi di palazzi, fortificazioni, torri ed edifici religiosi. Visitate la torre di san Cristoforo, conosciuta anche come torre di Mariano, e il monumento della Giudicessa Eleonora, reggente del 300 che promosse la Carta de Logu, uno de primi codici di leggi scritte in Europa.

Visitate anche: le chiese di San Francesco, in stile neoclassico, di santa Chiara, raro esempio di stile gotico in Sardegna, e la cattedrale di santa Maria Assunta, la chiesa più antica di Oristano.

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