mercoledì 26 dicembre 2018

San Stefano venerato a Salice (ME): tre santi un nome


Avevamo già parlato del culto di S. Stefano e dei tre Stefano a Salice. Questo nuovo articolo, tratto da un post di FB di G.B. Anania, è così intelligente che lo pubblico.

La fede e la devozione dei salicesi è sempre ruotata intorno a tre figure di santi, tutti con lo stesso nome: Stefano. La devozione dei fedeli si è sempre rivolta al Santo Stefano Protomartire della Chiesa occidentale, ad un S. Stefano di Costantinopoli, monaco orientale del sec. VIII, conosciuto come il Giovane o il Greco, e ad un monaco di nome Stefano, vissuto proprio a Salice e ivi morto in odore di santità. Quest'ultima figura viene talvolta confusa con le altre due e in particolare con la seconda. Dalla commistione di questi due Stefano (il Giovane e il Salicioto) viene fuori la figura di Santo Stefano Juniore. C'è da dire che il culto e la devozione al protomartire si sono diffusi quasi certamente in un'epoca abbastanza posteriore a quella di Santo Stefano il Giovane. Padre Antonino Settineri nel 1948 scriveva: "Qualcuno spiega questa seconda devozione (del protomartire) per il fatto che essendo stato un tempo desiderio di qualche cappellano locale rintracciare qualche reliquia del Santo venerato nel villaggio (il Giovane) ed avendone chiesta a Roma per errore gli fu spedita una reliquia del Santo protomartire. Nacque così la devozione al santo della reliquia che col tempo soppiantò nella celebrazione esteriore quella del Santo Juniore". In ogni caso non si può affermare con certezza a quale evento è collegata la diffusione della devozione di questo Santo, non curanza od errore, fatto sta che il culto del protomartire fu ben accetto da tutti e si diffuse tra i fedeli. S. Stefano il Giovane, nato a Costantinopoli tra l'agosto e il dicembre del 715 e morto nello stesso luogo il 28 novembre 768, è conosciuto anche come il martire dell'iconoclastia. A Salice il suo culto si diffuse in seguito alla costruzione di un monastero basiliano di cui si sono perse le tracce, ma di cui è provata l'esistenza in un manoscritto del 1342. Con il tempo il nome di S. Stefano il Giovane si è confuso con quello di un monaco che, secondo la tradizione, visse in questo monastero e fu lapidato e sepolto a Salice. Questa figura è avvolta dal mistero in quanto non esistono fonti o documenti che comprovano la sua esistenza. I due Santi, quindi, vengono ad assimilarsi, nonostante per gli abitanti sia chiaro il fatto che S. Stefano il Giovane non venne mai a Salice e che si parla di due figure distinte che poi, di fatto, durante le celebrazioni diventano un tutt'uno. Il giorno in cui la Chiesa celebra ufficialmente S. Stefano il Giovane è il 28 novembre, il giorno della sua morte. A Salice la ricorrenza cade, invece il 29 ottobre, giorno in cui si fa risalire la morte di S. Stefano di Salice.

martedì 25 dicembre 2018

Un giorno santo è spuntato per noi!



C'era una volta un signore molto ricco che aveva un figlio.


Questo figlio si chiamava Hatem ed era molto buono con i poveri: li aiutava in ogni modo, dava loro cibo e vestiti e avrebbe dato perfino la vita se fosse stato necessario.

Il re di quella terra sentì parlare di quest'uomo così buono e divenne geloso della sua popolarità. Ordinò alle sue guardie di bruciare la casa di Hatem e di appendere un cartello nella strada con scritto:

«Chi mi porterà Hatem vivo o morto riceverà una ricompensa di 25.000 ducati d'oro»

Gli amici di Hatem lo avvertirono e gli dissero di abbandonare subito la città.

Così travestito da mendicante si rifugiò nella foresta.

Camminò per chilometri e chilometri finché trovò una caverna dove poté riposarsi.

Si era appena seduto su un tronco e stava riflettendo sulla sua sventura, quando sentì un povero tagliaboschi che, appoggiato ad un albero lì vicino, diceva:

«Se trovassi Hatem tutti i miei problemi sarebbero risolti»

Hatem ebbe pietà del vecchio e gli disse:

«Eccomi, sono Hatem. Portami dal re e riceverai la ricompensa promessa»

Il vecchio rimase stupito, ma non seguì il consiglio di Hatem, perché non voleva che egli morisse.

All'improvviso si sentì un fruscio tra i cespugli e, prima che Hatem potesse capire di cosa si trattasse, quattro guardie del re lo avevano bloccato.

Ogni guardia desiderava per sé l'intera ricompensa e cominciarono a discutere.

Ognuna di loro sosteneva di avere trovato Hatem per prima. Alla fine lo portarono al palazzo reale dove il re in persona lo interrogò.

Hatem disse che l'unica persona che meritava veramente la ricompensa era il povero tagliaboschi, il primo che lo aveva trovato. Il re fu colpito dall'onestà di Hatem e scese dal trono per abbracciarlo.

 

Un giorno santo è spuntato per noi:

venite tutti ad adorare il Signore;

oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
 

Alcuni dicono che se non è Natale ogni giorno, non è mai Natale.

Il Natale di Gesù è la festa di un Dio buono che rende buono il cuore dell’uomo, di ogni uomo, e la bontà che non è buonismo o “a Natale si può”, ma è l’unica strada che cambierà il mondo, anche se alcune volte pare la via degli stupidi!

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio!

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Quanto è difficile in questo mondo essere buoni … come Dio!

Tu cerca di esserlo, provaci, riprovaci, poi farà Dio…. Nulla è impossibile a Dio.

Buon Natale del Signore Gesù.

sabato 22 dicembre 2018

Natale del Signore


Babbo Natale non esiste!
Forse raccontare le bugie ai nostri figli non fa bene, lo dicono alcuni esperti di psicologia, il Natale è di Gesù, se poi fosse o meno nato il 25 dicembre, non ci porta, alcuni dicono no, altri dicono si, altri dicono che è il giorno di una festa pagana del Sole invicto e che poi fu cristianizzata. Se è così ci può stare, senza lo scandalo di nessuno, è la storia!
 
 
"Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".

Questo è il segno per i pastori (...) per noi ancora, qui, lo stesso segno perché Gesù, nella sua umanità, ci dice qui qualcosa di definitivo. Gli anni sono passati. La vita pubblica è iniziata, e alla fine quell'essere avvolto nel lenzuolo, e quell'altro giacere nel freddo del sepolcro, a vedere bene, il Segno resta lo stesso.

La meraviglia di Dio per noi, la meraviglia dell'uomo per Dio è questo piccolo bambino avvolto in fasce, giacente, legato, affidato, abbandonato!

Egli griderà: Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato! (Sal. 22)

Questa parola dell'uomo scritta in un salmo che fu veramente, per Lui, parola di Dio. Il vangelo non ha timore di metterla nella sua bocca. Si trova là un mistero che bisogna cercare altrove. Maria, sua madre, non l'ha abbandonato. E neanche Dio poteva abbandonare il suo Santo, il suo Giusto... Luca mette allora sulla bocca di Gesù in croce un altro versetto di un salmo che offre la chiave di lettura del "Gesù abbandonato": "nelle tue mani consegno il mio spirito"!

Abbandonato ha anche un significato attivo, di colui che si lascia fare, condurre, portare, guidare; colui che abbandona la volontà propria per quella di un altro. Questo tipo di abbandono è "la morte della propria volontà", diceva Francesco di Sales.

Per me "Gesù abbandonato" è là ed è il segno che ci è donato nella nostra notte, in tutte le nostre notti - non c'è abbandono senza notte, senza quest'atto di fiducia che implica l'ignoto. È questo che distingue l'abbandono dall'obbedienza, dalla sottomissione a una volontà espressa, manifestata, conosciuta.

L'abbandono non è nemmeno rassegnazione, accettazione, indifferenza dal momento che in tutte queste cose vi è qualcosa di passivo, di subìto, una nota negativa.

Ed ecco precisamente che su questa culla di neonato, tutto abbandonato, è proclamata la Buona Novella della Pace per gli uomini che Dio ama, gli uomini ai quali va la sua benevolenza, ai quali vuole bene! Pace agli uomini che si abbandonano all'amore di Dio allo stesso modo di Questi, "il Figlio in cui si è compiaciuto".

Questo significa: che l'umanità può dare ormai un volto a Dio, quello di questo piccolo bambino, così dipendente in tutto, e liberamente offerto affinché si possa dimorare in lui; significa che Dio ha anche assunto un altro volto per l'uomo: non più l'Onnipotente che si impone dall'alto, da lontano, ma questo Dio che si abbandona, fragile, dipendente, consegnato al ben volere di una madre, di una famiglia, e anche ai capricci di un popolo. In Dio, il Figlio non è che quest’uomo nelle mani del Padre. Ed è in tale modo che viene ad abitare in mezzo a noi … Affinché noi possiamo entrare in sintonia di cuore con Dio attraverso la piccola via di Natale, quella dell'abbandono amoroso al quotidiano dell'Eterno, una piccola via per noi, qui, ora.

(P. Christian de Chergé, trappista martire)

A tutti, Buon Natale del Signore Gesù.

venerdì 21 dicembre 2018

Decreti: un beato, undici venerabili



Sei italiani, un tedesco, un polacco, un indiano, un bielorusso, uno spagnolo e un messicano.

BEATI

– il martirio del Servo di Dio Riccardo Henkes, Sacerdote della Società dell’Apostolato Cattolico; nato a Ruppach (Germania) il 26 maggio 1900 e ucciso in odio alla Fede nel campo di concentramento di Dachau (Germania) il 22 febbraio 1945


VENERABILI

– le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Pietraszko, Vescovo titolare di Torreblanda, Vescovo Ausiliare di Cracovia; nato a Buczkowice (Polonia) il 7 agosto 1911 e morto a Cracovia (Polonia) il 2 marzo 1988

– le virtù eroiche del Servo di Dio Giuseppe Codicè, Sacerdote diocesano, Fondatore della Pia Unione delle Suore della Visitazione della Vergine Immacolata; nato a Budrio (Italia) il 3 marzo 1838 e morto a Vedrana (Italia) il 21 gennaio 1915

– le virtù eroiche del Servo di Dio Agostino Giovanni Ukken, Sacerdote Siro-Malabarese, Fondatore della Congregazione delle Suore della Carità; nato a Parappur (India) il 19 dicembre 1880 e morto a Chowannur (India) il 13 ottobre 1956

– le virtù eroiche del Servo di Dio Doroteo Hernández Vera, Sacerdote diocesano, Fondatore dell’Istituto Secolare Cruzada Evangelica; nato a Matute de Almázan (Spagna) il 28 marzo 1901 e morto a Madrid (Spagna) il 6 novembre 1991

– le virtù eroiche del Servo di Dio Melchiorre Fordon (al secolo: Giuseppe), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali; nato a Grodno (oggi Bielorussia) il 5 agosto 1862 e ivi morto il 27 febbraio 1927

– le virtù eroiche del Servo di Dio Girolamo Maria Biasi (al secolo: Arcangelo), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali; nato a Sfruz (oggi Italia) il 7 dicembre 1897 e morto a Camposampiero (Italia) il 20 giugno 1929

– le virtù eroiche del Servo di Dio Michele Zavala López, Sacerdote professo dell’Ordine di Sant’Agostino; nato a Rancho Nuevo de Santa Clara (Messico) il 12 novembre 1867 e morto a Yuriria (Messico) il 4 aprile 1947

– le virtù eroiche della Serva di Dio Antonietta Giugliano, Fondatrice della Congregazione delle Povere Ancelle di Cristo Re; nata a New York (Stati Uniti d’America) l’11 luglio 1909 e morta a Portici (Italia) l’8 giugno 1960

– le virtù eroiche della Serva di Dio Leonarda di Gesù Crocifisso (al secolo: Angela Maria Boidi), Monaca professa della Congregazione delle Suore della Passione di Gesù Cristo; nata a Quargnento (Italia) il 10 luglio 1908 e morta ad Alessandria (Italia) il 22 ottobre 1953

– le virtù eroiche della Serva di Dio Ambrogina di San Carlo (al secolo: Filomena D’Urso), Suora professa della Congregazione del Patrocinio di San Giuseppe; nata a Maranola (Italia) il 1° gennaio 1909 e morta a Firenze (Italia) il 26 marzo 1954

– le virtù eroiche del Servo di Dio Carlo Tancredi Falletti Di Barolo, Laico, Cofondatore della Congregazione delle Suore di Sant’Anna; nato a Torino (Italia) il 22 ottobre 1782 e morto a Chiari (Italia) il 4 settembre 1838
 
 

domenica 2 dicembre 2018

PICCOLI PASSI!



Madonna dei PICCOLI PASSI
Castellammare di Stabia (NA)
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

TRE PICCOLI PASSI!

mercoledì 28 novembre 2018

Regina, santa?






PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE
composta da S.E. Mons. Louis Boffet
 
Seguendo Gesù Cristo
Amico e Servitore dei poveri,
Ella non ha cessato di crescere
in carità e in santità.
Noi ti domandiamo di coronare
i Suoi meriti
nella gloria del Tuo cielo.
E Tu, Serva di Dio,
intercedi per noi.
Veglia sui nostri figli
e sulle nostre Patrie.
Ottienici, sul Tuo esempio,
la generosità nella prova
e la prontezza nel servizio per gli altri:
vera espressione della carità di Cristo.
E Tu, che hai vissuto intensamente
la lacerazione tra i cristiani,
pacifica gli spiriti,
placa i rancori
e che la Pace infine rifiorisca.
Signore, noi Te lo chiediamo
per Gesù Cristo
che regna nei secoli dei secoli.
Amen.

SANT’EUMENIO DI GORTINA



 
Dal Martirologio Romano alla data del 18 settembre: A Górtina nell'isola di Creta, sant'Eumenio, vescovo.

È il santo patrono della città di Ficulle. Ciò in memoria del fatto che, secondo antiche leggende medioevali, il santo protesse la città da attacchi nemici in un momento di estrema difficoltà per i Ficullesi. Era appunto il giorno 18 settembre e gli abitanti del borgo medioevale decisero di considerarlo santo protettore della città.

La storia poco documentata di questo Vescovo “lontano” si intrecciò con quella di Ficulle proprio nel tardo Medio Evo, grazie ad un evento miracoloso che salvò Ficulle e la sua popolazione da un lungo ed estenuante assedio: nella notte tra il 17 e il 18 settembre centinaia di fiaccole misteriose comparvero sulle mura del paese facendo desistere i nemici che, spaventati, le ritennero soldati di guardia al castello.

Quando tutto sembrava perduto, un patronus, un protettore, intervenne per rispondere alle preghiere di invocazione e di aiuto che la popolazione ficullese, esausta ed affamata dall’assedio nemico, rivolgeva a Dio nella speranza di protezione, conforto e salvezza.

I ficullesi di allora, grati per il miracolo ricevuto, la mattina seguente vollero ringraziare il loro protettore cercandolo tra i Santi festeggiati il 18 settembre: lo individuarono nel Vescovo Eumenio, appellato con il titolo di Taumaturgo, cioè capace di miracoli, e citato come Fiaccola luminosa di dottrina. Questi suoi epiteti non potevano lasciare dubbi.

 Per le preghiere di Sant’Eumenio, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, abbi misericordia di noi. Amen!
 
 


martedì 27 novembre 2018

beato Ercolano, discepolo di Cristo, patrono di Pieve Fosciana di Castelnuovo

 


Nacque a Piegaro (Perugia) intorno al 1380. Nel 1430 stava predicando la Quaresima nel duomo di Lucca, allorché i fiorentini assalirono la città. Ercolano fece di tutto per soccorrere gli assediati privi di viveri, e sembra riuscisse a far introdurre nella cerchia urbana grano e animali da carne per mezzo di una sortita nelle campagne. Per meglio animare il popolo alla resistenza, predisse l’imminente ritiro delle truppe assalitrici. Come segno di gratitudine gli Anziani della repubblica di Lucca gli diedero il convento di Pozzuolo vicino alla città. È dell’anno successivo una sua predicazione a Perugia, che suscitò intensa commozione. A Firenze il 23 agosto 1434 ottenne da Eugenio IV una bolla che gli permetteva di fondare altri due conventi dell’Osservanza nella Lucchesia: a Barga e a Pieve Fosciana presso Castelnuovo di Garfagnana. Il confratello Alberto da Sarteano, legato papale, lo volle con sé nella missione d’Oriente del 1435-1437. Tornato in patria, fu superiore degli Osservanti nel territorio lucchese. Morì nel convento di Pieve Fosciana di Castelnuovo nel 1451, subito dopo il mese di maggio; in quel mese fu infatti a Viterbo a predicare. Sepolto in luogo umido, il suo corpo, riesumato illeso dopo cinque anni, fu trasportato nella chiesa della Pieve, dove ancora si venera.
 
video d'epoca sulla festa del Beato
 
Orazione
Dio grande e misericordioso, che hai affidato al beato Ercolano da Piegaro la missione di annunziare alle genti le inesauribili ricchezze di Cristo, per sua intercessione concedi anche a noi di crescere nella tua conoscenza e di camminare alla tua presenza nello spirito del Vangelo, portando frutti di opere buone. Per il nostro Signore.
 

lunedì 26 novembre 2018

Mater misericòrdiae!



Salve, Regìna, Mater misericòrdiae, vita, dulcèdo et spes nostra, salve. Ad te clamàmus, èxsules filii Evae. Ad te suspiràmus gemèntes et flentes in hac lacrimàrum valle. Eia ergo, advocàta nostra, illos tuos misericòrdes òculos ad nos convèrte. Et Iesum, benedìctum fructum ventris tui, nobis, post hoc exsìlium, ostènde. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Marìa!
 
 
Canto Salve Regina nella Basilica di San Sisto
Suore domenicane missionarie di San Sisto
 

domenica 25 novembre 2018

La principessa clarissa


I Sanseverino sono una delle più illustri casate storiche italiane, la prima delle sette grandi Case del Regno di Napoli, con un ramo della famiglia che ottenne feudi anche nella Valle Padana a partire dal XV secolo. Nel suo complesso la famiglia arrivò a dominare su più di 300 feudi, 40 contee, 9 marchesati, 12 ducati e 10 principati distribuiti soprattutto tra Calabria, Campania, Basilicata e Puglia. Fra i suoi membri si annoverano cardinali, viceré, marescialli e condottieri. Di questa storica famiglia sussiste il solo ramo dei Baroni di Marcellinara.

Maria Teresa Sanseverino, Suor Mariangela del Crocifisso, nasce il 15 marzo 1707 da Giuseppe Sanseverino, Principe di Bisignano, e da Stefania Pignatelli d’Aragona. Fu tenuta a battesimo da S. Angelo d’Acri.



Nel 1716, a 19 anni, secondo altra fonte a 16 anni, entra tra cappuccine del convento delle Cappuccinelle di Acri, sotto la guida del Santo cappuccino d’Acri.

Suor Mariangela fu modello di umiltà, di penitenza e di tutte le virtù cristiane. La fama della sua santità la accompagno in vita e in morte. Morì in Acri il 3 ottobre 1764.

Nel 1810 il monastero venne soppresso diventando una casa municipale, così che la comunità delle suore venne trasferito nel Monastero delle Clarisse di Cosenza.

Nel 1826 la Famiglia Sanseverino tentò di reclamare il monastero al comune di Acri, non ottenendo alcun risultato.

Solo nel 1947, la famiglia Feraudo di Acri, donò alla chiesa una tela raffigurante Suor Mariangela, che si trova oggi, nella Basilica di Sant’Angelo.

Chiesa di S. Chiara in Acri (CS)
 
Di quel che fu il monastero, resta soltanto la chiesa, dove trovò sepoltura alla sua morte, la figlia del Principe.

"Nella roccia che è il Beato (Santo dal 2017, ndr) Angelo è nata una violetta che è suor Mariangela, sua figlia di battesimo che alle iniziali resistenze alla consacrazione trasformò la sua vita in preghiera e penitenza".

domenica 11 novembre 2018

Sant'Alice, prega per noi!



ALICE|ADELAIDE

Deriva dal francese antico Aliz o Aalis, forma tronca di Adelais, a sua volta un diminutivo di Adelaide (che significa "di nobile stirpe", "nobile").

In alcuni casi viene ricondotto invece al greco ἁλυκή (halykḗ) da ἁλυκός (halykós), ovvero "[di acqua] salata, marina", "del mare.

Divenne molto comune in Francia nel XII secolo, ed è successivamente diventato ancora più celebre grazie all'Alice dei libri di Lewis Carroll e del film Disney da essi tratto.

In Inghilterra venne importato dai Normanni, e il suo uso aumentò considerevolmente dopo che la regina Vittoria lo diede a sua figlia, Alice di Sassonia-Coburgo-Gotha.

La forma latina Alicia, inizialmente usata solo nei testi latini, cominciò a divenire di uso comune dal XVIII secolo.

Secondo l'ISTAT, Alice è uno dei dieci nomi più attribuiti alle nuove nate in Italia dal 2000 al 2016.

 


9 gennaio, beata Alix Le Clerc (o Alessia, o Alice), cofondatrice delle Canonichesse di Sant'Agostino della Congregazione di Nostra Signora

5 febbraio, sant'Adelaide (o Alice), badessa del monastero di Vilich, presso Colonia

11 novembre, beata Alice Kotowska, professa della Congregazione delle Suore della Resurrezione, martire della persecuzione in Polonia

16 dicembre, Sant' Adelaide, sposa, madre, nonna e Regina d’Italia e Imperatrice del Sacro Romano Impero
 

BEATA ALIX LE CLERC

Alix (Alessia o Alice) Le Clerc, in religione madre Maria Teresa di Gesù (Remiremont, 2 febbraio 1576 – Nancy, 9 gennaio 1622), è stata una religiosa francese, fondatrice delle Canonichesse di Sant'Agostino della Congregazione di Nostra Signora. È stata proclamata beata da papa Pio XII nel 1947.

Appartenente a un'agiata famiglia borghese della Lorena, condusse in giovinezza una vita mondana. Verso i vent'anni si stabilì a Hymont, dove conobbe in canonico Pietro Fourier, parroco di Mattaincourt, che divenne il suo direttore spirituale.

Emise il voto di castità e avviò un'opera per l'educazione delle fanciulle: nel giugno del 1596 aprì una scuola a Poussay e nella notte di Natale del 1597, insieme con quattro compagne, diede inizio a una nuova congregazione di religiose insegnanti. Le suore della congregazione aumentarono rapidamente di numero e poterono aprire scuole in tutta la Lorena e anche fuori (Verdun, Chalon).

La Santa Sede approvò l'istituto nel 1615; la prima professione ebbe luogo il 2 dicembre 1618.

Alix Le Clerc fu eletta superiora generale a vita, ma rinunciò alla carica prima di morire per spegnersi come semplice monaca presso la casa di Nancy.

Il processo diocesano per la beatificazione di Alix Le Clerc fu aperto a Saint-Dié-des-Vosges il 3 dicembre 1885 e proseguì a Nancy. La causa di beatificazione fu introdotta il 21 febbraio 1899. Fu proclamata beata da papa Pio XII il 4 maggio 1947.

Il suo elogio si legge nel Martirologio Romano al 9 gennaio.

A Nancy in Francia, beata Maria Teresa di Gesù (Alessia) Le Clerc, vergine, che creò insieme a san Pietro Fourier la Congregazione delle Canoniche regolari di Nostra Signora, sotto la regola di sant’Agostino, per l’educazione della gioventù femminile.

I suoi resti, scomparsi durante la rivoluzione francese, furono ritrovati nel 1950 e, riconosciuti autentici dalla Congregazione dei riti, furono traslati nella cappella del monastero di Nancy.

La sua immagine ci è giunta attraverso un ritratto postumo fatto realizzare dai duchi di Lorena; è ritratta anche in incisioni di Weyen, Van Lochom e Nicole e in una medaglia di Cornelis Galle.
 

B. ALICE KOTOWSKA

La beata Alice (al battesimo Maria Jadwiga Kotowska), professa della Congregazione delle Suore della Resurrezione di Nostro Signore Gesu' Cristo, nacque a Varsavia, Polonia, il 20 novembre 1899 e morì a Piasnica presso Wejherowo l'11 novembre 1939. Fu beatificata da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi.

Il Martirologio Romano la celebra l’11 novembre:

Nella cittadina di Laski Piasnica presso la città di Wejherowo in Polonia, beata Alicia Kotowska, vergine della Congregazione delle Suore della Risurrezione del Signore e martire, che durante la guerra morì fucilata per avere strenuamente difeso la sua fede in Cristo.

 
S. ADELAIDE DI VILICH

Adelaide, nota anche come Alice (Geldern, 960 circa – Colonia, 5 febbraio 1015), è stata una badessa e santa tedesca, venerata dalla Chiesa cattolica.

Studiò a Colonia, al monastero di Sant'Orsola; alla morte del fratello, i genitori destinarono una parte dell'eredità di questo alla costruzione del monastero di Vilich (vicino a Bonn) in cui Alice sarebbe dovuta diventare prima badessa. Così avvenne e, per le sue doti, Alice fu nominata, intorno all'anno mille, badessa anche del monastero di Santa Maria a Colonia di cui era stata badessa, fino alla morte, la sorella Bertranda. Nel 994 aveva adottato per il primo monastero la regola di San Benedetto. Dopo la morte avvenuta nel 1015, fu sepolta a Vilich e iniziò a diffondersi il culto, essendole stati attribuiti numerosi miracoli ed essendo nota le sue opere di carità per i poveri.

Il 27 gennaio 1966 papa Paolo VI ne riconobbe il culto. Il Martirologio romano ne celebra la memoria il 5 febbraio:

A Colonia in Lotaringia, oggi in Germania, sant’Adelaide, prima badessa del monastero di Vilich, in cui introdusse la regola di san Benedetto, e poi del monastero di Santa Maria di Colonia, dove morì.


S. ADELAIDE IMPERATRICE

Nata nel 931 da Rodolfo, re di Borgogna, e da Berta, figlia di Burcardo, duca di Svevia, Adelaide all'età di sei anni rimane orfana di padre e nel 947 sposa Lotario, re d'Italia. Rimasta vedova dopo soli tre anni di matrimonio, viene perseguitata e messa in prigione da Berengario II del Friuli, che si era impadronito del regno d'Italia, essendosi lei rifiutata di sposarne il figlio. Liberata da Ottone I, lo sposerà e ne avrà tre figli, tra cui il futuro Ottone II. Nel 962 papa Giovanni XII la incorona unitamente a suo marito Ottone I. Dopo la morte di questi esercita la tutela del minorenne Ottone III, suo nipote, reggendo l'impero. Attenta agli ultimi e agli indigenti, Adelaide è in stretti rapporti con il movimento di riforma di Cluny, specialmente con gli abati Maiolo e Odilone, il quale ne compone la «Vita». Costruisce chiese e monasteri, beneficando particolarmente i cenobi di Peterlingen, San Salvatore di Pavia e Selz. In quest'ultimo monastero benedettino, da lei fondato presso Strasburgo, Adelaide si ritira fino alla morte nel 999. Presto venerata come santa in Alsazia, viene canonizzata da Urbano II nel 1097.  (Avvenire)

Il Martirologio Romano, la ricorda il 16 dicembre: A Selz vicino a Strasburgo in Lotaringia, nell’odierna Francia, sant’Adelaide, imperatrice, che mostrò sobria giocondità verso i familiari, decorosa compostezza con gli estranei, instancabile pietà verso i poveri, munifica generosità nell’onorare le chiese di Dio.
 
FONTE:
Martirologio Romano
Wikipedia
L'Avvenire

giovedì 8 novembre 2018

Decreti 7 novembre 2018




Madonna della Provvidenza Soccorrente
Fara Sabina (RI)
 
 
Mettendo insieme l'intelligenza nell'anima e l'anima nel corpo, Dio compose l'universo, affinché l'opera che Egli realizzava fosse per sua natura la più bella possibile e la più buona. Così, secondo un ragionamento probabile, si deve dire che questo mondo è un essere vivente, dotato di anima e di intelligenza, generato ad opera della provvidenza di Dio
(Platone, Timeo, 30B)
 

 

 

8 italiani, di cui 2 beati; 1 lituano, beato; 12 spagnoli, di cui 10 beati martiri; 1 statunitense, beato martire; 1 filippino; 1 equadoregna

 

Decreto sulle virtù eroiche e sulla conferma del culto da tempo immemorabile (beatificazione “equipollente”) del Servo di Dio Michele Giedrojć, Laico professo dell’Ordine di Sant’Agostino; nato a Giedrojce (Lituania) intorno all’anno 1420 e morto a Cracovia (Polonia) il 4 maggio 1485.

– il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Edvige Carboni, Laica; nata a Pozzomaggiore (Italia) il 2 maggio 1880 e morta a Roma il 17 febbraio 1952;

– il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Benedetta Bianchi Porro, Laica; nata a Dovadola (Italia) l’8 agosto 1936 e morta a Sirmione del Garda (Italia) il 23 gennaio 1964;

 – il martirio dei Servi di Dio Angelo Cuartas Cristóbal e 8 Compagni, Alunni del Seminario di Oviedo; uccisi in odio alla Fede a Oviedo (Spagna) tra il 1934 e il 1937;

– il martirio del Servo di Dio Mariano Mullerat i Soldevila, Laico e Padre di famiglia; nato a Santa Coloma de Queralt (Spagna) il 24 marzo 1897 e ucciso in odio alla Fede a El Pla, vicino ad Arbeca (Spagna) il  13 agosto 1936;

– il martirio del Servo di Dio Giacomo Alfredo Miller, Fratello professo dell’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane; nato a Stevens Point (Stati Uniti d’America) il 21 settembre 1944 e ucciso in odio alla Fede a Huehuetenango (Guatemala ) il 13 febbraio 1982;

– le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Jacono, Arcivescovo titolare di Mocisso, già Vescovo di Caltanissetta; nato a Ragusa (Italia) il 14 marzo 1873 e ivi morto il 25 maggio 1957;

– le virtù eroiche del Servo di Dio Alfredo Maria Obviar, Primo Vescovo di Lucena e Fondatore della Congregazione delle Missionarie Catechiste di Santa Teresa del Bambin Gesù; nato a Lipa (Filippine) il 29 agosto 1889 e morto a Lucena (Filippine) il 1° ottobre 1978;

– le virtù eroiche del Servo di Dio Giovanni Ciresola, Sacerdote diocesano, Fondatore della Congregazione delle Povere Ancelle del Preziosissimo Sangue – Cenacolo della Carità; nato a Quaderni di Villafranca (Italia) il 30 maggio 1902 e morto a Quinto di Valpantena (Italia) il 13 aprile 1987;

– le virtù eroiche del Servo di Dio Luigi Bosio, Sacerdote diocesano; nato ad Avesa (Italia) il 10 aprile 1909 e morto a Verona (Italia) il 27 gennaio 1994;

– le virtù eroiche del Servo di Dio Luigi Maria Raineri, Chierico professo della Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo, Barnabiti; nato a Torino (Italia) il 19 novembre 1895 e morto a Crespano del Grappa (Italia) il 24 novembre 1918;

– le virtù eroiche della Serva di Dio Raffaella della Passione (al secolo: Raffaella Veintemilla Villacís), Fondatrice della Congregazione delle Agostiniane Figlie del Santissimo Salvatore; nata a Quito (Ecuador) il 22 marzo 1836 e morta a Lima (Perú) il 25 novembre 1918;

– le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Antonia  di Gesù (al secolo: Maria Antonia Pereira y Andrade), Monaca professa dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi; nata a El Penedo (Spagna) il 5 ottobre 1700 e morta a Santiago de Compostela (Spagna) il 10 marzo 1760;

– le virtù eroiche della Serva di Dio Arcangela Badosa Cuatrecasas, Religiosa professa della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo; nata a Sant Joan les Fonts (Spagna) il 16 giugno 1878 e morta a Elda (Spagna) il 27 novembre 1918;

– le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Addolorata del Sacro Costato (al secolo: Maria Pasqualina Luciani), Religiosa professa della Congregazione delle Suore della Passione di Gesù Cristo; nata a Montegranaro (Italia) il 2 maggio 1920 e morta a Teramo (Italia) il 23 luglio 1954;

– le virtù eroiche del Servo di Dio Lodovico Coccapani, Laico, dell’Ordine Francescano Secolare; nato a Calcinaia (Italia) il 23 giugno 1849 ed ivi morto il 14 novembre 1931.