mercoledì 14 marzo 2018

Gennaro o Firmino?





Quanto ho incontrato questo errore iconografico ho subito sorriso, ripensando all’articolo del Sig. Giovanni Mascia, che ricordavo di aver letto su S. Mercurio.

C’è però una differenza.
L’iconografia codificata per il santino cromolitografico di S. Mercurio, è quella un soldato martire, certo che richiama la statua di Toro, ma che a sua volta è un soldato martire codificato: poteva essere San … Martire, chiunque!

È poi il contorno iconografico che lo definisce quale santo patrono di Toro, perché oltre a riprodurre la statua ivi venerata, c’è sullo sfondo il paese. Ma questo è comprensibile per chi conosce S. Mercurio di Toro e la stessa cittadina di Toro

Però c’è da ribadire un concetto: la statua di Toro è una iconografia generica di santo martire.

Nel caso invece di San Gennaro e San Firmino, oltre lo sfondo, che è Napoli e il Vesuvio, il santo vescovo ha gli attributi iconografici del vescovo beneventano (ampolle del sangue) che non sono elementi generici per qualunque vescovo - come la mitria e il pastorale - e poi c'è la mano benedicente: evidente richiamo all’intercessione del vescovo martire sulla città partenopea nel mettere a tacere la furia del Vesuvio (che nell’iconografia sta eruttando!)

Per cui questa iconografia non può essere utilizzata per un altro santo vescovo.

Nel caso di S. Mercurio e S. Fermo, essendo un generico soldato martire una certa modifica grafica può essere applicata usando lo stesso cliscé per più santi martiri. Certo non è la via maestra per l’iconografia di un santino, sono più della linea che esso effigi il simulacro locale, per cui il santino della Sagdos di Milano (1941) ha evidentemente subito questo processo. La stessa identica cosa la si può dire per il santino di S. Vittore patrono di Asigliano Vercellese. Qui è ancora può evidente il lavoro di modifica iconografica, che per giunta lo rende simile a S. Espedito per il fatto di innalzare la croce, che nell’iconografia del martire di Militene porta la scritta “hodie”.

Quindi infine va evidenziato che essendo la ditta a Milano è abbastanza plausibile che, avendo il cliscé e ricevendo un ordine successivo per un santo martire – qual è Fermo o Vittore – molto venerato in Lombardia, l’abbia usato – se pur modificato e in modo arbitrare – per creare un nuovo santino. Con buona pace dell’infuocato Sig. Giovanni Mascia.

Senza nessun oltraggio, S. Gennaro benedica e così spenga l’eruzione verbale!

Due domandi finali.

Perché stampare a Milano nel 1941 un santino e non a Napoli ad esempio?
La stamperia di Milano aveva finito i grafici o gli artisti tanto da non poter inventare una nuova iconografia oppure giocava al risparmio?
Sostene di S. Sostene (CZ)

Mercurio di Toro (CB)


Ma se vogliamo fare confronti anche la statua di San Mercurio e di San Sostene (Napoli 1817) si richiamano, a dimostrazione che sono iconografie di Santi Martiri che poi vengono codificate con il culto e le esigenze locali. 
PS. Se volete sorridere un po',  leggete i commenti: tra preoccupazioni e conclusioni assurde .. tutto partendo da un santino!

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