Mandi.
Così
mi salutò il bravo sacrestano di San Giacomo, Fabio.
Mi
chiesi subito che cosa volesse dire, e gli feci la domanda.
Mandi
deriva dal latino “manus dei"
( "mano di Dio", "che Dio ti protegga")
oppure da “mane deo"
("rimani con Dio").
Che
bel saluto!
Nella
mani di Dio, il Friuli, che dopo il 6 maggio 1976, dopo “l’orco”, si dette forza e usando le mani, sentendosi nella mani di
Dio, aiutati che Dio ti aiuta - dice il proverbio – fece il miracolo della
ricostruzione.
Chi
oggi va in Friuli, in città come Osoppo, Venzone, Gemona, per citarne di quelle
visitate nel 2015, non vede più le tracce del terremoto.
Ad esempio, se entra nel santuario
di S. Antonio in Gemona – la Porziuncola del Friuli – vede che il nuovo e l’antico
si intrecciano in un splendore che crea stupore.
Vede
come il passato che “l’orco” ha risparmiato, è custodito dentro il nuovo con
grazia e dovizia di particolari
Ecco
il miracolo friulano!
È
l’amore per la terra, per le radici, per una libertà sempre da conquistare, che
forse – vista la sua storia – il popolo friulano ha nel sangue.
In
articolo apparso nel 1943 sul quotidiano Il Popolo del Friuli , si leggeva: “... E dico di noi friulani che stiamo
vergognandoci (è la parola) del nostro bellissimo Mandi che viene direttamente
dal "Mane diu" o "Manes diu" di romana e claustrale
origine. Infatti esso ci fu importato dai monaci che se lo scambiavano
incontrandosi per via o lungo i severi porticati dei primi cenobii : "Mane
diu" - Vivi a lungo -. Che di meglio? Friulani, abolite il servilissimo
"s'ciao" e adottate il classico, romano, nobilissimo Mandi, che da
queste colonne invio a tutti voi, miei conterranei ...”
Quindi ...
Mandi, Friuli!
Arrivederci
a luglio!