venerdì 6 maggio 2016

Mandi, Friuli!






Mandi.

Così mi salutò il bravo sacrestano di San Giacomo, Fabio.

Mi chiesi subito che cosa volesse dire, e gli feci la domanda.

Mandi deriva dal latino “manus dei" ( "mano di Dio", "che Dio ti protegga") oppure da “mane deo" ("rimani con Dio").

Che bel saluto!

Nella mani di Dio, il Friuli, che dopo il 6 maggio 1976, dopo “l’orco”, si dette forza e usando le mani, sentendosi nella mani di Dio, aiutati che Dio ti aiuta - dice il proverbio – fece il miracolo della ricostruzione.

Chi oggi va in Friuli, in città come Osoppo, Venzone, Gemona, per citarne di quelle visitate nel 2015, non vede più le tracce del terremoto.
Ad esempio, se entra nel santuario di S. Antonio in Gemona – la Porziuncola del Friuli – vede che il nuovo e l’antico si intrecciano in un splendore che crea stupore.

Vede come il passato che “l’orco” ha risparmiato, è custodito dentro il nuovo con grazia e dovizia di particolari

Ecco il miracolo friulano!

È l’amore per la terra, per le radici, per una libertà sempre da conquistare, che forse – vista la sua storia – il popolo friulano ha nel sangue.

In articolo apparso nel 1943 sul quotidiano Il Popolo del Friuli , si leggeva: “... E dico di noi friulani che stiamo vergognandoci (è la parola) del nostro bellissimo Mandi che viene direttamente dal "Mane diu" o "Manes diu" di romana e claustrale origine. Infatti esso ci fu importato dai monaci che se lo scambiavano incontrandosi per via o lungo i severi porticati dei primi cenobii : "Mane diu" - Vivi a lungo -. Che di meglio? Friulani, abolite il servilissimo "s'ciao" e adottate il classico, romano, nobilissimo Mandi, che da queste colonne invio a tutti voi, miei conterranei ...”

Quindi ... Mandi, Friuli!

Arrivederci a luglio!

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