domenica 17 aprile 2016

Due apparizioni mariane del 17 aprile ...





Festa dell'apparizione della Madonna a Isabella Cristello. Nel 1677, il 17 aprile, due giovanette torresi: Antonina De Luca e Isabella Cristello, di ritorno dalla chiesetta delle Grazie, si fecero messaggere, nel paese, del desiderio della Vergine SS., apparsa ad Isabella, di «voler essere riverita in quel luogo da molti popoli vicini e lontani». Il messaggio, si divulgò misteriosamente nei paesi vicini, cosi riferisce lo storico padre Giovanni Fiore da Cropani: «Come se stata fosse universalmente aspirazione del cielo, vi comparvero processionalmente molti popoli; onde, allargandosene per tutto la fama, si videro ambedue le Calabrie in quella chiesa. E la Vergine SS. restituì la vista ai cechi, raddrizzò storpi…».
 
 
 


Era il giovedì dopo Pasqua - 17 aprile 1555 - quando avvenne l'apparizione. Il santuario costruito dove precedentemente esisteva l’oratorio di S. Nicolao del XII secolo è stata eretta a santuario nel 1556, l’anno dopo il miracolo, e successivamente ampliata a partire dal 1620.
Nel XVIII secolo l’architetto Francesco Croce aggiunse il santuario superiore dove si trova l’importante affresco della “Vergine in trono” dipinto nel 1475 da Gregorio Zavattari. La tradizione riporta che il primo miracolo avvenne giovedì 17 aprile 1555, quando il Bambino scese a giocare con tre ragazzi, ed in seguito, miracolato, uno di questi, sordomuto dalla nascita, corse verso il paese gridando e piangendo, guarito.
Da quel momento la chiesa divenne meta di pellegrinaggi e numerosi furono i miracoli.
Per questo Papa Paolo IV denominò la Vergine di Corbetta, Madonna dei Miracoli.
Altre opere di notevole valore artistico sono qui custodite come il ciclo degli affreschi seicenteschi ispirato alla vita di san Mona e quelli tardo cinquecenteschi raffiguranti episodi della vita di Gesù.
Storia
Il Bambino Gesù sfugge dal braccio della Madonna e scende in piazza a giocare con tre suoi coetanei. È capitato il 17 aprile 1555, primo giovedì dopo Pasqua, a Corbetta, una cittadina elegante, anche per la presenza di numerose ville patrizie, ad una ventina di chilometri da Milano sulla strada verso Vigevano”.
Questa notizia, che ha del sensazionale, potrebbe essere considerata frutto di pura fantasia, se non avesse il supporto di dati storici. I tre ragazzetti che giocano sulla piazza hanno un nome: Cesare dello Stampino, Antonio della Torre ed il fratello Giovanni Angelo, di dieci anni, sordomuto dalla nascita, chiamato familiarmente Navello.
Sulla facciata della chiesetta di S. Nicola è dipinta una bell’immagine della Madonna, seduta in trono, con in grembo il Bambino Gesù. Quel giorno, come ogni giorno, tre ragazzi stanno giocando sulla piazzetta antistante, quando all’improvviso un grido, con voce articolata: Il Bambino! La Madonna! interrompe il gioco ed attira l’attenzione di tutti. È proprio Giovanni ad accorgersi per primo che Gesù Bambino è sceso sulla piazza a giocare con loro. La sua meraviglia sfocia nell’urlo di gioia e nello stesso istante riacquista l’uso della parola. Il Bambino Gesù, lasciato il quadro, e sceso in piazza, osserva compiaciuto i trastulli dei tre ragazzi. Anche la Madonna, quasi sorpresa, accortasi della fuga del Bambino, è scesa anche lei sulla piazza a riprenderlo, come una buona mamma.
I ragazzi, riavutisi dallo stupore, lasciano il gioco e corrono a raccontare il fatto ai genitori, e la notizia si diffonde in un baleno, nel piccolo borgo ed oltre. L’episodio sembra frutto della fantasia dei ragazzi, tanto è meraviglioso, ma rimane la prova inconfutabile: Navello parla speditamente, mentre prima era muto e sordo!

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