domenica 13 marzo 2016

QUINTA (V) DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)







Io faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?

Nel film The Passion, sulla via della Croce, mentre Gesù cade e incontra la Madre, il Galileo dice a Maria:

“Vedi Madre, Io faccio nuove tutte le cose”






Cosa dobbiamo vedere? Cos’è la cosa nuova? Di cosa dobbiamo accorgerci?

Per vedere, per accogliere la cosa nuova, per accorgerci dobbiamo considerare che è un guadagno il “guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come … giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede”.

Gesù si avvia verso il Monte degli Ulivi, il monte luogo degli avvenimenti pasquali.

Il punto di osservazione è quindi l’insegnamento della Pasqua.

Gesù entra nel Tempio, e qui insegna.

Ma cosa insegna? L’evangelista Giovanni non ci racconta cosa, ma la scena che vivremo con gli scribi e i farisei, è l’insegnamento di Gesù.

In Gesù c’è unità di azione tra il suo insegnare e il suo agire. Gesù stesso è l’insegnamento.

 

Allora gli scribi e i farisei … l’intento di costoro non è capire, ma è metterlo alla prova … per avere motivo di accusarlo.

Gesù sposta la loro azione, da accusato, la questione della donna è il preteso, gli chiedi di accusarsi: Chi di voi è senza peccato?

L’agire degli scribi e dei farisei è un agire malvagio: doppiamente malvagio, verso Gesù e verso la donna; ma in realtà essi chiedono a Gesù: quale male devono compiere verso la donna?

Può Gesù proporre un male da compiere? Ma Gesù venuto per compire il male?

Egli è venuto per i malati e i peccatori. Egli è venuto per eliminare il male e per perdonare il peccatore.

Non è venuto per eliminare il peccatore. Ecco perché nella prospettiva cristiana la pena di morte non può essere accettata.

Gesù non risponde subito. Tace e scrive per terra. Egli sta scrivendo sul pavimento del Tempio, che è pietra: egli così prima di parlare, scrive la nuova legge quella dell’Amore che perdona.

Gesù vuole donare la sua legge. Solo qui scopriamo cosa predicare all’interno del Tempio.

Il Tempio, luogo in cui erano depositate le Tavole della legge, donate da Dio a Mosè: Legge scritta sulla pietra.

«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».

La Legge scritta sulla pietra, Gesù scrive sulla pietra, una nuova legge, e le pietre devono essere scagliate per garantire la legge.

Di questo tempio non rimarrà pietra su pietra… disse Gesù.

Il Tempio, il luogo della Legge, ma in Gesù nuovo Tempio, che sarà ricostruito in tre giorni, la Pasqua di Risurrezione: Egli diviene la nuova Legge, Egli pietra scartata diviene pietra angolare per costruire nella legge nuova, la nuova alleanza, il nuovo popolo: la Chiesa.

La Chiesa, come l’adultera, non sa amare il suo Sposo, ma giorno dopo giorno, nel perdono ricevuto e donato- «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» - continua la sua corsa, e come Paolo dice:

Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Amen.

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