venerdì 5 febbraio 2016

Agathae: “colei che è buona”. Perché essere buoni?



S. Agata condotta al martirio
(Bernardino Niger, 1588)
Chiesa di Sant’Agata al Carcere
Catania


Agathae: “colei che è buona”.

 

Nacque nei primi decenni del III secolo a Catania in una ricca e nobile famiglia di fede cristiana. Verso i 15 anni, scoperta cristiana, fu processata e torturata. Fu ordinato che venisse bruciata. Ma un forte terremoto scuote Catania, allora il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove muore qualche ora dopo. Era il 5 febbraio del 251.

 
Le letture di questa memoria liturgica esaltano due elementi della vita della Santa: la debolezza, è una giovane ragazza; debolezza da cui si sprigiona la forza nel martirio; e la persecuzione, nel martirio Agata è resa forte da Cristo stesso.

Nella Passione di un’altra martire in Africa, Santa Felicita,  questo pensiero è bene spiegato.

Si racconta che Felicita, in carcere perché cristiana, gravida di 8 mesi, soffre per il parto e prima del martirio partorisce, ma il suo travaglio è così sofferente che i carcerieri la prendono in giro: “Tu che soffri così adesso, che farai quando sarai gettata alle belve…?”. Ed ella risponderà: “Ora sono io che soffro quel che soffro; ma là sarà un altro, in me , che soffrirà al mio posto, perché anche io sto per soffrire al posto suo”.

 
Ma torniamo ad Agata.

Ciò che mi colpisce nella vicenda di Agata è un concetto, un pensiero debole, che è nell’etimologia del suo nome: Agata significa buona, meglio dire: “Colei che è buona”.

Un concetto importante per noi cristiani: la bontà. Dio solo è buono, dirà Gesù.

Alcuni santi come P. Pio e Josè Maria affermano:

 
Essere buoni è facile, il difficile è essere giusti.

(Pio da Pietrelcina)

 

Non basta essere buono: devi anche sembrarlo. Che diresti di un roseto che non produce altro che spine?

(Josè Maria E. de Balaguer)

 

Essere buoni non vuol dire apparire buoni. Non è un sorriso di convenevoli o una facciata di buonismo.

 
Generalmente si pensa che il cristiano è il "buono", meglio il bonaccione, il fessacchiotto, colui che porge l'altra guancia e deve accettare tutto, essere buono quindi sta per essere tollerante in tutto.

 
Ma il cristiano deve essere "Giusto".

Noi Cristiani dobbiamo essere uno e l'altro. Dobbiamo porgere l'altra guancia, ma allo stesso tempo non essere indifferenti alle ingiustizie.

 
Agata nel suo martirio a reso onore alla Giustizia! È così è stata buona, perché giusta. Interceda per noi per essere buoni e giusti davanti a Dio. Amen.

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