mercoledì 16 ottobre 2013

Mercoledì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)




Beato Contardo Ferrini nasce a Milano nel 1859. Ragazzo prodigio, a 17 anni consegue la licenza liceale, a 21 si laurea in giurisprudenza e, dopo un periodo di specializzazione a Berlino, a 24 insegna già diritto romano all'università di Pavia. Insegna poi a Messina e a Modena e nel 1894 torna a Pavia, dove resterà fino alla morte. Studioso, giurista e ricercatore stimato, coltiva anche una forte spiritualità, che gli permetterà di distinguersi in un ambiente fortemente anticlericale. Il suo segreto: l’«apostolato silenzioso» e il suo stile di vita, con cui riuscirà a parlare di Dio anche ai lontani, agli indifferenti, agli atei. Impegnato nella San Vincenzo e in altre attività caritative, per quattro anni è anche consigliere comunale di Milano, dove si batte per conservare l'insegnamento religioso nelle scuole primarie. Il 6 gennaio 1886 professò la regola del terz'ordine francescano. È anche uno dei primi a sostenere il progetto di un'università cattolica in Italia. Contrae il tifo bevendo a una fontana inquinata e muore a 43 anni, il 17 ottobre 1902, durante un periodo di vacanza a Suna, sul Lago Maggiore.
Il Servo di Dio Padre Agostino Gemelli il 23 giugno 1942, fa traslare la salma di Contardo Ferrini dal cimitero di Suna alla cripta dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Il Venerabile Pio XII lo proclama beato nel 1947. Nel settembre 1947, mons. Leone Ossola consegna alla parrocchia di Suna l'insigne reliquia del cuore.

Se uno legge la vita dei santi si rende conto proprio che la Parola di Dio di oggi è vera!
“Dio infatti non fa preferenza di persone”

In ogni esempio di santità si scorge la “gloria, onore e pace per chi opera il bene”, e che “Dio, renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità”.
Certo la vita dei santi non è fatta solo di rose, ma anche di spine!
Ma questo è scontato: ce lo racconta anche la vita, la loro come la nostra.

Cosa spinge, cosa giuda, cosa da forza nella vita dei santi da essere perseveranti nelle opere di bene?
È il senso della presenza di Dio!
Un Dio che non si condisce via con il pagare “la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe”, il Signore vuole di più!
La vita è un atto d’amore. Spesso il beato Contardo ripetava: "Diligam Te, sicut diligor a te" (Che io ami Te come io sono amato da Te).
Era il modo per ricordarsi che Egli doveva amare!

Cosa vuol dire amare? Parola così semplice e così grande!
Afferma il beato in una sua lettera:
"Un patto eterno, ineffabile, per cui non vorremmo altro che il bene, sempre il bene e tutto il bene, una promessa di amore imperituro, che ci fa passare pel mondo senza poterci persuadere come sia possibile il male, dopo cui altro non ci resta che sospirare il compimento della nostra adozione in cielo".

Signore, che io ti ami come io sono amato da Te! Amen.

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