mercoledì 17 luglio 2013

VI giorno della novena a S. Vittore





Vittore, probabilmente appartenente ad una famiglia senatoriale, svolse il ruolo di ufficiale nell’esercito romano. Verso la fine del III secolo, in occasione della visita dell’imperatore Massimiano a Marsiglia, si trovò a dover incoraggiare i cristiani indigeni a restare saldi nella loro fede ed a resistere alla persecuzione. Questa ebbe forse inizio quando, assediata la città nel 287, i cristiani rifiutarono categoricamente di combattere, di sacrificare agli dèi e di riconoscere il dogma della divinità imperiale. Denunciato e portato dinnanzi all’imperatore, Vittore fu condannato alla tortura.

La “Passio” gli attribuisce la conversione alla religione cristiana di tre guardie, che sarebbero così state giustiziate ancor prima di lui. Decapitato poi anch’egli, i quattro cadaveri furono gettati in mare. Alcuni loro amici riuscirono però miracolosamente a ritrovarli ed a seppellirli ove sorse poi il cimitero di Marsiglia, in una cavità ricavata nella roccia.
 

A San Giovanni Cassiano, che fondò a Marsiglia un convento dedicato al santo martire, è attribuita da alcuni la stesura della “Passio”.

Recenti ricerche hanno comunque appurato una seppur minima veridicità della “Passio”.
 
E' patrono di Davoli (CZ). 

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