venerdì 12 luglio 2013

Venerdì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

 

 
“siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”. (Gen 46)
 
Un bel detto evangelico.
Peccato però che spesso nelle nostre comunità c’è chi è astuto e perfido come il serpente; invasivo e molesto come i piccioni.
Convertiamoci!
 
Questo detto si colloca prima della profezia di persecuzione e di perseveranza “fino alla fine”.
 
Il Signore prepara i suoi anche a questo.
Egli chiede di essere prudenti: cioè di non cercarsi il martirio.
Gesù Cristo ci domanda la semplicità della colomba, che consiste nel dire le cose semplicemente e agire con bontà, senza simulazione, né artificio, guardando a Dio solo; perciò ciascuno si sforzerà di compiere tutte le sue azioni in questo spirito di semplicità, ricordandosi che a Dio piace parlare ai semplici e rivelare loro i suoi segreti.
Ma Gesù Cristo, mentre ci raccomanda la semplicità della colomba, ci ordina pure di usare la prudenza del serpente, virtù che ci fa parlare e agire con discrezione.
 
“Guardatevi dagli uomini”: guardatevi, con prudenza; ma se vi portano davanti ai giudici, non preoccupatevi delle risposte: “è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”.
 
Ecco la semplicità. I bambini è per natura sono semplici, di essi è il regno dei Cieli. Questa pagina evangelica ci introduce al tema della memoria liturgica odierna.
 
Oggi ricordiamo la nascita al Cielo dei santi martiri Nabore e Felice.
 
Chi erano? Oggi diremmo due extracomunitari, due neri, se non neri neri, almeno scuri come un nordafricano.
 
È curioso che la fede cristiana in pianura Padana sia stata sigillata dal sangue di tanti testimoni della fede di origine nordafricana.
 
Erano due soldati arrivati a Milano nel IV secolo per servire nell'esercito di Massimiano. Divennero cristiani e, a Lodi Vecchio (Laus Pompeia), furono giustiziati per non aver offerto sacrificio all’imperatore.
È il gesto di obbiezione religiosa che facevano i soldati romani di fede cristiana: offrire l’incenso all’imperatore era mancare al primo comandamento “Non avrai altro Dio all'infuori di me”.
 
I loro sacri corpi furono portati a Milano e dal 1799 furono traslati nella basilica di Sant'Ambrogio.
 
Chiediamo all’intercessione dei Martiri Nabore e Felice una grazia: otteneteci dal Signore - che vi ha resi degni della palma del martirio - di vivere la virtù della prudenza e della semplicità per essere perseveranti fino alla fine … dei nostri giorni, dei tempi, per essere membra del popolo salvato dall’Amore misericordioso di Dio. Amen.

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