mercoledì 5 dicembre 2012

Triduo a S. Ambrogio (2)





Con pietà di figli veniamo, o glorioso Sant’Ambrogio, ad aprire, gli afflitti nostri cuori a Voi, che pur vedete la rovina portata dalla incredulità e dalle sette in mezzo alla vostra eredità. Voi, martello del superstite paganesimo e della invadente eresia, otteneteci dalla Divina Clemenza che ognora più sia manifesta la stoltezza di una scienza senza Dio, di una società senza Vangelo, di una morale senza divine sanzioni e insieme la necessità imperiosa che Cristo regni nella integrità dei suoi diritti nel mondo.
Intorno a Voi si spandeva il profumo della devozione, l’amore al Divin Sacramento ed alla Vergine, il decoro della illibata castità, la santificazione dei dolci affetti della famiglia: Voi dunque, fate che rifioriscano le virtù più belle e ad ogni stato convenienti, affinché cristiana sia di fatto ogni età e condizione, santo il clero e il popolo.
Infine, a norma del pensare, dell’amare, dell’operare e dell’insegnare Voi aveste sempre l’infallibile Cattedra di Pietro: impetrate quindi che cattolici e dissidenti siano o divengano una mente sola ed un sol cuore col Romano Pontefice.
Gran Santo, Dottore, Cittadino e Padre, dalla Divina Bontà intercedete grazia di perseveranza ai giusti e di conversione ai tristi, di pace alle famiglie e di concordia e tranquillità ai popoli, sicché il vostro spirito, che è spirito vitale di Cristo, tutto e tutti vivifichi nel tempo per l’eternità. Così sia.

3 Gloria

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