venerdì 26 ottobre 2012

“Il Merlo vola alto!”

Il Venerabile Giovanni Merlini sacerdote




Giovanni Merlini nacque a Spoleto il 28 agosto 1795 da un pasticciere di lontane origini messinesi e da una casalinga umbra piissima, che in ossequio ai desideri del marito conduceva una vita ritirata, tutta casa e chiesa. Il piccolo Giovanni è un bambino “puro di cuore”, dedito all’apostolato fin da fanciullo. Per questo stimato dai genitori dei suoi coetanei e dagli insegnanti.

Il ragazzo si trovò a scontrarsi con le fasi del passaggio epocale tra due secoli “l’un contro l’altro armato” per dirla con Alessandro Manzoni nell’ode a Napoleone. A differenza dell’autocrate francese, non si assise arbitro tra quei due secoli, perché nessuno può arrogarsi un tale presuntuoso diritto, ricercò piuttosto la volontà di Dio. Era solito dire: “La volontà di Dio mi basta”. Dio fa conoscere la propria volontà a chi la cerca.

Capì che doveva essere sacerdote e lo divenne, anche superando alcune resistenze del padre, che vedeva in lui l’uomo ideale per continuare il casato, l’azienda familiare e non solo. I sogni dei genitori sono sempre grandiosi sul futuro dei loro figli.

Non c’è un punto d’arrivo nella ricerca della volontà di Dio: è una continua esplorazione e un infinito lavorio per attuarla. Aderito a una scelta, ecco un’altra proposta, coerente con quella di prima, perché Dio cesella l’argilla docile. Divenuto sacerdote comprese che era l’inizio di un cammino nuovo per diventare sempre più sacerdote, sempre più immagine di Cristo. Nei propri discernimenti, doveva essere una guida sicura per i giovani del ginnasio, perché il vescovo glieli aveva affidati. Era quella la vigna che intendeva coltivare con cura meticolosa e il suo pensiero non andava molto oltre il recinto di quell’appezzamento del Regno di Dio.




Divenuto sacerdote nel 1818, sentì parlare del grande missionario S. Gaspare Del Bufalo e volle incontrarlo a S. Felice di Giano Umbro, dove aveva saputo che il celebre missionario romano avrebbe dato un corso di esercizi al clero della diocesi. Il colloquio con il santo romano fu decisivo per don Giovanni. Si unì alla sua Congregazione e ne divenne la fiaccola più ardente.
Giano, e precisamente l’abbazia di San Felice, era il luogo dove da cinque anni funzionava una Casa di Missione, la cui apertura aveva segnato l’inizio della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Ci andò con un compagno sacerdote. Fu per tutti e due l’incontro della vita.

Don Gaspare, da quando era stato reso Missionario del Preziosissimo Sangue dal defunto Mons. Francesco Albertini, sentiva che la redenzione doveva essere portata a tutti e aveva formulato un principo: “Il bene generale della Chiesa deve avere la precedenza su quello particolare”. Assistere gli studenti del ginnasio era importante, ma a Spoleto vi erano molti sacerdoti, anche buoni, in ozio. Bisognava risvegliare il clero, ma non solo a Spoleto, ovunque. Occorrevano missionari che spaziassero con la loro azione e in un certo senso rifacessero piovere sul popolo l’aspersione di quel Sangue. Non a caso i seguaci di Gaspare Del Bufalo erano detti dal popolo “Missionari del Sangue Sparso”.

Durante il corso di esercizi a San Felice i progetti dei due sacerdoti di Spoleto subirono il terremoto spirituale. In tempi diversi si resero entrambi Missionari. Don Giovanni Merlini, in particolare, ebbe un ruolo fondamentale nell’assetto della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, giacché don Gaspare, in continua peregrinazione, gli passava le questioni più spinose.




Contattato da Maria De Mattias a Vallecorsa nella quaresima del 1824, due anni dopo la missione predicata da Gaspare Del Bufalo, prese a dirigerla con amorevole meticolosità, così come si calò in tutte le problematiche del neonato istituto delle Adoratrici del Sangue di Cristo fino alla morte di lei.

Don Gaspare additava don Giovanni come un modello di santità e diceva: “Il Merlo vola alto!”. Un ornitologo non sarebbe stato d’accordo. Il merlo vola basso. Ma nel campo della santità, più si vola basso (nel senso del servizio) più si sale in alto nell’amore verso Dio e il prossimo. Quando morì, a Roma, il 1 (o 12) gennaio 1873, Pio IX disse in concistoro: “Avranno saputo della morte di don Giovanni Merlini. Era un gran santo e per noi una grande perdita”.

Il suo sacro corpo riposa nella Chiesa di Santa Maria in Trivio a Roma.

È stato dichiarato Venerabile il 10 maggio 1973 (la causa era stato introdotta nel 1927).

Nel 2013 ricorre il quarantesimo del decreto di venerabilità e il 140 anniversario della pia morte.

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