domenica 12 agosto 2012

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)





«Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri».

L’esperienza di Elia è forse anche nostra: quando siamo stanchi del nostro quotidiano oppure vediamo la pochezza delle nostre risorse.

«Ora basta, Signore! Prendi la mia vita…». Il profeta invoca la morte. Ma il Signore ci chiede ben altra morte.

Ecco cosa ci dice la liturgia attraverso la II lettura:

“Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore”.

Ancora una volta il Signore ci chiede di passare il varco, lasciare l’uomo vecchio. Ecco la morte che dobbiamo chiedere al Signore.

«Ora basta, Signore! Liberami dal vecchio Adamo e fa che impari a rivestirmi del nuovo Adamo: che sei Tu».
Qui si colloca la promessa evangelica, il patto che il Signore ci chiede di fare:
«Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Quando riceviamo l'Eucaristia diciamo AMEN, cioè non solo facciamo un atto di fede (si è il corpo di Cristo!), ma diciamo sì io desidero mangiare di questo Pane che è per la vita eterna: è il farmaco che mi da l'essenza del nuovo Adamo.
Scrive il Salesio:

“Chi si comunica, ha Gesù nel cervello, nel cuore, nel petto, negli occhi, nelle mani, sulla lingua, negli orecchi. Ma questo Salvatore che fa? Raddrizza tutto, purifica tutto, mortifica tutto, vivifica tutto. Egli ama nel cuore, capisce nel cervello, anima nel petto, vede negli occhi, parla nella lingua: Egli fa tutto in tutto; e, allora, noi viviamo, ma non noi, Gesù vive in noi”. (San Francesco di Sales)
 
Concludo con un pensiero di S. Massimiliano Maria Kolbe:
“Ricevi Gesù nella S. Comunione e accogli tutto dalle Sue mani, con l'umile disposizione che la Santa Vergine Maria ebbe nel momento dell'Annunciazione: Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga di me secondo quello che mi hai detto”

Sia ogni nostra eucaristia un FIAT che rinnova in noi la completa adesione a Dio così come fu per la Beata Vergine Maria perché la nostra carne sia luogo dell’incarnazione del Verbo!

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