domenica 3 giugno 2012

La Santissima Trinità




La dottrina della Trinità (nella Sacra Scrittura) - cioè, che Dio Padre, Figlio e Spirito Santo sono tutti ugualmente ed eternamente l'unico vero Dio - può apparire difficile da comprendere, ma è il fondamento dell'insegnamento cristiano.

Infatti coloro che negano la SS. Trinità non fanno parte della fede cristiana. Ad oggi tutte le Chiese nate dalla Riforma di Lutero, le Chiesa d’Oriente e la Chiesa Cattolica hanno in comune certamente la fede nell'unità e nella trinità (o tri-unità) di Dio.
Per fare un nome: i Testimoni di Geova, negando la fede nella SS. Trinità non sono cristiani, ma si ispirano alla dottrina cristiana.

Sia l'Antico che il Nuovo Testamento insegnano l'unità e la trinità (o tri-unità) di Dio.
Il Nuovo Testamento fonda l’universalità della missione nel rapporto che Gesù risorto ha con ogni uomo.

Questa relazione tra Cristo e l’uomo, ci richiama alla relazione tra il Padre e Cristo, ed infine la relazione tra lo Spirito, Cristo e il Padre.

Scrive l’Apostolo Paolo (II lettura): “avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!»”.

È lo Spirito che compie in noi la conformazione alla volontà del Padre, rendendoci figli nel Figlio.

Noi siamo trasformati all’interno della relazione trinitaria.
La Trinità è misura delle relazioni umane. Perché eleva l’umano al divino.
Nel ‘400 troviamo in molteplici scritti devozionali la dicitura Trinità terrestre riferita alla Santa Famiglia di Gesù, Giuseppe e di Maria.
Tali invocazioni hanno avuto un crescendo, arrivando nell’arte pittorica e nel magistero: la Trinità celeste e la Trinità terrestre, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e la famiglia di Nazareth.


Molti secoli dopo il beato Giovanni Paolo II non esitò, anche sulla scia di altri pontefici (Leone XIII, Pio XII e Giovanni XXIII) a chiamare la famiglia di Nazareth la Trinità terrena.
Anche il Santo Padre Benedetto XVI nel suo messaggio per la giornata vocazionale del 2012 ha affermato: “si moltiplichino queste «case e scuole di comunione» sul modello della Santa Famiglia di Nazareth, riflesso armonico sulla terra della vita della Santissima Trinità”.
Quindi, Trinità celeste e Trinità terrestre: cosa può dire oggi all’uomo, alla famiglia.

Prima di tutto la famiglia di Nazareth è una famiglia reale e quotidiana è una famiglia in cui l’armonia dell’amore delle persone crea quel clima particolare di famiglia, impronta dell’amore trinitario.
 

La SS. Trinità è comunione d’amore.
“coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria” (Rm 8)

I tre di Nazareth ci indicano la strada alla fede, alla vita e alla missione. Nazareth, dunque, diventa segno di nuova evangelizzazione per la Chiesa e per le famiglie. Un rinnovato impegno pastorale e un ardore che inizia proprio dall’amore sponsale che nella nuzialità di Dio avvolge e ricrea la stessa nuzialità dell’uomo e della donna facendoli protagonisti della missione nella Chiesa e nella società.
Afferma San Giuseppe Manyanet: “rendere ogni casa, Nazaret". Vuol dire custodire la dimensione orizzontale della vita in una dimensione verticale, quella che Cristo, figlio di Maria e di Giuseppe, realizzò con il Padre.






La SS. Trinità è comunione d’intenti.
“insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28)

Leggendo il Vangelo nelle pagine dell’infanzia di Gesù, ma anche poi successivamente, pensiamo alle nozze di Cana, ci accorgiamo che c’è una comunione di progetti, di intenzioni. Ma anche una fatica a capire quello che Gesù è chiamato compiere. È la stessa fatica che scopriamo in Gesù nel vivere il progetto del Padre: ricordiamolo nel Getzemani!
Anche la famiglia sulla scia della SS. Trinità deve custodire la comunione d’intenti affinché il logorio dei giorni non consumi i progetti.


La SS. Trinità è presenza nascosta.
“la voce di Dio parlare dal fuoco” (Dt 4)

Il mistero e dogma cristiano della SS. Trinità è certamente presenza nascosta nel divenire della storia che segna i suoi passi.

La beata Elisabetta della Trinità nella famosissima preghiera: “Elevazione alla SS. Trinità”, scrive: “Pacifica la mia anima, rendila tuo cielo”.

L’uomo, la famiglia, la Chiesa hanno bisogno di essere pacificate da questa presenza nascosta per poi essere presenza benefica che accompagnata dalla presenza trinitaria sia capace di trasformare ogni cosa, affinché Egli sia con noi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.





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