domenica 23 ottobre 2011

Con una cerimonia in piazza San Pietro il Papa ha portato agli altari Guido Maria Conforti, Luigi Guanella e Bonifacia Rodriguez De Castro






Proclamati tre nuovi santi: Conforti, Guanella e De Castro

Sono gli italiani Luigi Guanella – sacerdote fondatore della Congregazione dei Servi della Carità e dell’Istituto delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza - e Guido Maria Conforti -  Vescovo di Parma e fondatore della Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni estere - e la spagnola Bonifacia Rodriguez De Castro - fondatrice della Congregazione delle Serve di San Giuseppe - i beati canonizzati oggi da papa Benedetto XVI durante una s. Messa celebrata sul sagrato della Basilica vaticana.



Luigi Guanella
(Fraciscio di Campodolcino, 19 dicembre 1842 – Como, 24 ottobre 1915).
Educato a Como dai Somaschi, viene ordinato prete nel 1866. Nominato parroco a Panello Lario nel 1878, vi trova un ospizio per orfanelli che più tardi trasferisce a Como, fondando nel 1866 la Casa della Divina Provvidenza, da cui estende in numerose diocesi i benefici del «Cottolengo» di Torino. La primitiva fondazione dà vita a numerose altre in Italia e all’estero (Svizzera, Stati Uniti, ma anche Asia e Africa). Per la direzione e l’assistenza delle sue Case don Guanella fonda nel 1881 le due congregazioni dei «Servi della Carità» e delle «Figlie di S. Maria della Divina Provvidenza», che fioriscono in opere di bene. Spirito attivo e infaticabile, apprezzato da san Giovanni Bosco - che incontra a Torino e con il quale collabora per tre anni - da san Pio X e dal card. Andrea Carlo Ferrari, amico di Davide Albertario, di Giuseppe Toniolo, di mons. Giacomo Sichirollo e del p. Gerardo Beccaro, don Guanella aderisce alle iniziative sociali del tempo: si dedica al risanamento di zone malariche, e – soprattutto dopo un viaggio in America – all’assistenza agli emigrati, inviando sul posto i suoi religiosi; istituisce l’Arciconfraternita del Transito di S. Giuseppe, con più di nove milioni di iscritti che continuamente offrono preghiere per gli agonizzanti; e al Transito di San Giuseppe dedica anche una basilica in Roma, eretta con l’aiuto di papa San Pio X.

Nel gennaio del 1915 don Guanella fa ancora in tempo a intervenire insieme a don Luigi Orione nel terremoto della Marsica, prima di terminare la sua vita terrena a Como. Paolo VI lo beatificherà nel 1964.

«E’ morto un santo», dice Benedetto XV alla notizia della scomparsa di don Luigi Guanella; alcuni anni prima un altro Papa, San Pio X, conversando con p. Agostino Gemelli che nutriva dubbi di fede e teologici, gli aveva suggerito di rivolgersi a don Guanella, al che Gemelli aveva replicato: «Ma non è un teologo», e Pio X a sua volta: «Tu non hai bisogno di un teologo, ma di un santo».

«Don Guanella è da annoverare tra i “santi sociali”», sottolineerà invece nel 2011 il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, «perché lungo tutta la sua vita è stato un sacerdote zelante, con una grande voglia di bene».

Tra le iniziative organizzate per la canonizzazione, ci sarà una serata con i «Cantautori Guanelliani» venerdì 21 ottobre, e poi una Veglia di preghiera sabato 22 a San Paolo Fuori Le Mura, una s. Messa di ringraziamento lunedì 24 presieduta dal card. Tarcisio Bertone, e un pellegrinaggio a Como e nei «luoghi guanelliani» da martedì 25.



Guido Maria Conforti
(Parma, 30 marzo 1865 – 5 novembre 1931)
Volontà molta, salute poca. Supera qualche difficoltà familiare entrando in seminario, ma a 17 anni comincia a soffrire di epilessia e sonnambulismo. Gli fa coraggio il rettore don Andrea Ferrari (futuro Arcivescovo di Milano) e a 23 anni viene ordinato sacerdote. A 28 è già Vicario generale della diocesi parmense. Ma sogna la missione. In Oriente, sull’esempio del pioniere Francesco Saverio.
Però la salute è fragile: nessun istituto missionario lo accetta. E lui, nel 1895, ne fonda uno per conto suo, la «Congregazione di san Francesco Saverio per le Missioni estere». Lo fonda, lo guida, con pochi alunni al principio, e con l’aiuto di un solo prete. Spenderà poi l’eredità paterna per consolidarlo. E nel 1896 ecco già in partenza per la Cina i primi due Saveriani. 

Guido Maria Conforti in questo momento si trova a essere una figura insolita nella Chiesa italiana: impegnato come Vicario nel governo di una diocesi «domestica», e proiettato al tempo stesso verso la missione lontana. E polemico con quanti in Italia ignorano la missione o sembrano temerla («Ruba sacerdoti alle diocesi!»). Nominato Arcivescovo di Ravenna a 37 anni, lascerà l’incarico un anno dopo, ancora per malattia. Muore in Cina uno dei suoi missionari; lui richiama l’altro e si concentra tutto sull’Istituto. Ma nel 1907 eccolo poi «richiamato» in diocesi, come coadiutore del Vescovo di Parma e poi come Successore. Reggerà la diocesi per 25 anni, attivissimo: due sinodi, cinque visite pastorali a 300 parrocchie. E intanto i suoi Saveriani ritornano in Cina. Nel 1912 uno di essi, padre Luigi Calza, è nominato Vescovo di Cheng-chow, e riceve la consacrazione da lui nella Cattedrale di Parma.
Infine arriva il momento più bello per Guido Maria: nel 1928 eccolo in Cina per visitare i suoi Saveriani. Ecco avverato il sogno di una vita: conoscere i nuovi cristiani, la giovane Chiesa cresciuta tra dure difficoltà, sentirsi realizzatore, con i suoi, del sogno di Francesco Saverio. E, insieme, quest’uomo proiettato verso continenti lontani, è pienamente e vigorosamente pastore della sua diocesi nativa, partendo dal lavoro di rievangelizzazione attraverso il movimento catechistico e dalla fraternità praticata in tutte le direzioni, soprattutto con l’opera di assistenza alle famiglie durante la prima guerra mondiale, riconosciuta anche dal governo italiano con un’alta onorificenza civile. Il suo fisico sempre sofferente, e tanto spesso trascinato dalla volontà, cede irrimediabilmente nel 1931. Nel 1995 Giovanni Paolo II lo proclamerà beato.



Bonifacia Rodriguez De Castro
(Salamanca, 6 giugno 1837 – Zamora, 8 agosto 1905).
Spagnola di Salamanca, Bonifacia inizia a lavorare a 15 anni come operaia in una fabbrica di corde, poi apre presso la propria abitazione un laboratorio per la fabbricazione di passamanerie. Prova sulla sua pelle i problemi e i drammi del mondo del lavoro, e così decide di impegnarsi in questo ambito: sotto la direzione del gesuita Francisco Javier Butinyà i Hospital, nel 1874 avvia una congregazione, le Serve di San Giuseppe, per l’assistenza alle operaie; il nuovo Istituto verrà approvato da papa Leone XIII nel 1901. Bonifacia dedica tutta la sua vita alla promozione in campo cristiano e sociale delle donne attraverso la preghiera e il lavoro. Muore nel 1905 all’età di 68 anni. Sarà proclamata beata da papa Giovanni Paolo II nel 2003.


di Domenico Agasso jr
in vaticaninsider.lastampa.it


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O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso, volgete pietosi lo sguardo sopra di noi, ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.

Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti. O anime beate, intercedete per noi!

Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme, di seguire i vostri esempi di zelo e di amore ardente a Gesù e alle anime, di ricopiare in noi le virtù vostre, affinché diveniamo un giorno partecipi della gloria immortale.
Amen.

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