giovedì 21 luglio 2011

San Vittore martire a Marsiglia, patrono di Davoli (CZ)







Martirologio Romano, 21 luglio: A Marsiglia nella Provenza in Francia, san Vittore, martire.

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San Vittore è il santo patrono di Marsiglia, il cui dies natalis viene celebrato il 21 luglio. Una tradizione lo vuole soldato della legione Tebana; forse fu solo un soldato di istanza a Marsiglia, dove consumò il martirio a causa della fede; un martire cristiano anonimo cui simbolicamente fu dato il nome di Vincitore, come nell’Apocalisse e negli scritti Paolini viene chiamato il testimone di Cristo. Attorno al suo sepolcro si sviluppò il cimitero cristiano della città, dove trovarono riposo i resti di numerosi martiri. La catacomba divenne così un punto di riferimento per i cristiani locali e santuario meta di numerosi pellegrinaggi. Successivamente, nel 416, nei pressi di quel martyrium si stabilì san Giovanni Cassiano, che lì visse la sua ascesi. Attorno alla sua figura carismatica si raccolsero molti discepoli, dando così vita al primo nucleo di quella che sarebbe divenuta di lì a poco l’abbazia di Saint-Victor, uno dei più celebri centri monastici e culturali d’Europa. 
L’8 luglio, 303 o 304, risiede a Marsiglia in tribunale il prefetto Euticius, quando gli presentano un soldato di nome di Victor: Questo soldato è sfacciato. Egli non vuole più ricevere il suo salario e afferma che è cristiano.
All’udire questo il prefetto disse a Victor: “Perché non accetti il solito salario?”.
San Victor disse: “Perché adesso, non voglio più combattere nell’esercito di questo secolo”.
Euticius il prefetto disse: “Victor, sacrifica”.
Victor disse: “Io non sacrifico ai falsi dèi”.
Così il giudice ordinò di legargli le braccia dietro la schiena e di trascinarlo nel bel mezzo della città.
Dopo questa prima prova fu portato davanti al giudice che gli disse: “Sacrifica”. Egli rispose: “Io non sacrificherò; questo è atto dovuto al Creatore, e non a una creatura”.
All’udire questo il tribuno Asterio gli da uno schiaffo e disse: “Tu che non sei neppure degno di essere nato, ora parli da filosofo! Sacrifica agli dèi”.
Victor disse: “Vi è un solo Dio, che ha fatto tutto dal nulla”. E mentre egli disse questo per ispirazione dello Spirito Santo, i soldati si succedettero per dargli dei colpi con i randelli.
Dopo di che, Asterio ordina di sospenderlo e di martirizzarlo con cinghie di cuoio. Poi dopo averlo disceso lo rimisero in prigione.
Visitato dai suoi fratelli, li consola dicendo: “Ricusate d’essere tristi per me, fratelli, perché coloro che lottano per noi sono più forti di quelli che ci attaccano. Non avrei potuto, con le mie forze, sopportare tanta sofferenza, se la grazia di Dio non mi avesse aiutato. In quanto mentre ero sospeso e flagellato con la frusta di cuoio, vidi vicino a me un uomo molto bello, con una croce in mano che mi diceva adagio: “Sono io, Gesù, che subisce le vergogne e i tormenti, nella persona dei miei confessori”.
Il 21 luglio, Victor viene portato fuori dalla prigione e processato dinanzi al prefetto Euticius. Egli rifiuta ripetutamente di sacrificare agli dèi. Il giudice gli presenta l’altare dove deve sacrificare. Ma san Victor non sopporta di guardare l’altare dedicato ai falsi dèi. Con un calcio lo fa cadere dalla mano del sacerdote, per terra. Per questo motivo, il giudice arrabbiato ordina che il piede che ha colpito sia tagliato.
Euticius gli dice: “Sacrifica subito, ora”. San Victor gli risponde: “Io non sacrifico ai demoni”. Così Euticius ordina di metterlo sotto la ruota del mulino, tirata da un animale, dove il grano precedentemente disperso è di solito macinato. Ed egli, contratto in questa maniera, rende l’anima
I cristiani di Marsiglia celano il corpo, quindi in fretta nascondono le sante reliquie, in un luogo a lato della collina, dove avevano scavato nella roccia.


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