domenica 30 gennaio 2011

Festa della Famiglia 2011



Dalla Costituzione della Repubblica Italiana:

Art. 29.
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.

Art. 30.
È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.
La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

Afferma Ingrid Tapia, avvocato, esperta di Diritto Costituzionale e diritti umani, docente decano di Diritto Romano presso l'Istituto Tecnologico Autonomo del Messico (ITAM): “E' un peccato che nel Paese non esista un riconoscimento che doti di sicurezza giuridica le persone con una preferenza sessuale omo, ma è anche un peccato che si degradi l'istituzione del matrimonio.
Perché permettendo il “matrimonio” omosessuale si fa credere che il matrimonio serva per regolamentare le relazioni di coppia, e questa non è la sua funzione; le coppie di adulti non hanno bisogno di alcuna legge per amarsi o lasciarsi. Il matrimonio è stato fatto per difendere la famiglia, non la coppia, e rendendo il matrimonio una mera regolamentazione della vita di coppia lo si degrada. Il matrimonio è per costituire la famiglia”

Per l’uomo, venire al mondo significa ritrovarsi in una famiglia senza la quale non si troverebbe garantito nel suo diritto a vivere e a crescere. Pensiamo al problema, antico, già nella Sacra Scrittura, delle vedove e degli orfani? Vi ricordate il racconto del miracolo di resurrezione del figlio unico di madre vedova, il miracolo di Nain?
Anche per Gesù, che è nato da una Vergine – la Madre Dio, Panaghià, La Tuttasanta: Maria di Nazareth – è stato essenziale il contesto famigliare per crescere e scoprire il senso della sua vita.
Il fatto che Gesù abbia avuto una famiglia non significa solo che Dio abbia voluto assumere la realtà umana della famiglia, ma ancor più che la famiglia nella sua realtà umana parla di Dio. Con tutto il mistero che comporta.
Il Vangelo di oggi rivela un po’ questo “oltre”: “Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio?”
Le “cose”, la volontà del Padre è il mistero che continuamente Gesù rimanda, da dentro gli affetti famigliari, ad una dimensione ancor più profonda: ogni affetto parte dall’amore del Padre.

Questo significa allargare gli orizzonti, in un continuo andare oltre gli eventi, per superare ciò che ovvio o quello che si credeva, meglio che si poteva prevedere.
C’è un progetto di Dio che guida gli affetti famigliari: esso è sia nelle premure dei genitori, ma anche nella libertà dei figli. La consapevolezza di questa unità del progetto divino rende la famiglia: realtà umana che parla di Dio. Vivendo quella “pace” che nessuno potrà togliere! Non dice così Gesù ai suoi discepoli?
Tutto questo presuppone una pazienza. Il non comprende non si significa non accogliere. “Sua madre serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”
Il legame con la volontà di Dio, dà ai legami famigliari una sorgente e un criterio di Verità. Un legame non aperto all’oltre sé, soffoca!
La famiglia è il luogo del respiro della fede: le nuove generazioni respirano l’aria che gli si crea intorno!
Scrivi infatti il Beato Giovanni Paolo II nell’ Esortazione apostolica “Familiaris Consortio” (del 1981):
“Il matrimonio è fonte propria e mezzo originale di mutua santificazione per i coniugi”

La santità degli sposi, è santità dei figli.
Potrei qui spendere molte parole per elencare le numerose famiglie di Santi che hanno vissuto nel matrimonio e nella famiglia “l’utilità” di essere di Cristo. Solo un curioso accenno:
San Gregorio I papa detto Magno (3 settembre), figlio di Santa Silvia (3 novembre)
San Giudicaele (Judicaël) re di Bretagna (17 dicembre), fratello di San Giudoco (Giudioco) di Piccardia, prete ed eremita (13 dicembre)
Santa Clotilde de Francia (3 giugno) e suo nipote San Clodoaldo (7 settembre).
San Eusebio di Gaza, fratello dei Santi Nestabus, Zeno e Nestore (8 settembre).
Santi Benedetto da Norcia (21 marzo e 11 luglio) e sua sorella Santa Scolastica, vergine (10 febbraio)
Santa Sinforosa di Roma (18 luglio), madre dei Santi Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio (tutti il 18 luglio) e sposa di San Getulio (10 giugno), martiri
San Vigilio di Trento (26 giugno), fratello dei Santi Claudiano e Magoriano e figlio di Santa Massenzia o Massenza
Beati Giuseppe degli Atti (25 agosto) e il fratello del Beato Ugo degli Atti (26 luglio, nell’Ordine Silvestrino il 27 luglio), monaci OSBCS
san Domencio di Guzman, figlio della beata Giovanna de Aza e fratello del beato Mannes
San Luigi Gonzaga (21 giugno) zio delle Venerabili Cinzia, Olimpia e Gridonia Gonzaga, vergini
Santa Teresa di Lisieux (1 ottobre), figlia dei beati Luigi e Zelia Martin (29 luglio e 28 agosto)
Proprio quest’ultima, S. Teresina (Teresa Martin), parlava di suo padre e diceva: «Non avevo che da guardarlo per sapere come pregano i santi»
E la la zia Celina Guerin disse a Teresa Martin: “Che cosa ho mai fatto, perché Iddio mi abbia circondata di cuori tanto amorosi! Non ho fatto che rispondere all'ultimo sguardo di una madre che amavo molto. Ho creduto di capirlo quello sguardo, che nulla potrà mai farmi dimenticare. Da quel giorno, ho cercato di sostituire colei che Dio vi aveva rapita, ma ahimè, nulla può sostituire una simile madre!... Ah, il fatto è che i tuoi genitori, mia piccola Teresa, sono di quelli che si possono chiamare santi, e che meritano di generare dei santi".
La famiglia ha bisogno di essere alimentata dalla Grazia per essere sorgente zampillante per la vita, non solo per quella eterna, ma per una vita che ha il gusto del Cielo già qui ora e adesso. E come un piccolo che vive solo se te ne prendi cura, muore se lo lasci a se stesso, dipende da te, si fida di te, ti consente di diventare padre, madre, uomo, donna, nonno, nonna, ti concede spontaneamente la sua disarmante fiducia e ti apre alla dedizione e alla cura. Così è la famiglia se si ricorda il monito di Cristo:
“In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me».” (Mt 18)
Concludo dicendo che la famiglia mettendosi alla scuola di Gesù, come un bambino, sarà ancora il luogo della fede, l’umano che cresce secondo il gusto di Cristo: “Il bambino (Gesù) cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui”. (Lc 2)

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