San Gennaro, Napoli? No, Livraga!
Il nome Gennaro deriva dal latino
Ianuarius, che significa "gennaio", mese che a sua
volta trae il suo nome dal dio Giano; il significato di Gennaro viene quindi
interpretato talvolta con "nato a
gennaio", "di gennaio", o "dedicato a Giano".
L'onomastico è il 19 settembre in
onore di san Gennaro, protovescovo di Benevento e martire a Pozzuoli sotto
Diocleziano, da dove le reliquie e il sangue furono traslate a Napoli, e dopo diverse spostamenti furono collocate, nel 1646, furono definitivamente deposte nella Cappella del Tesoro presso la Cattedrale.
Ma esistono altri con questo
nome:
17 gennaio, san Gennaro Sanchez
Delgadillo, sacerdote e martire in Messico
2 marzo, santa Gennara, martire a
Porto Romano con i santi Eraclio, Paolo e Secondilla
30 giugno, beato Gennaro Maria
Sarnelli, sacerdote della Congregazione del Santissimo Redentore, apostolo tra
i bisognosi.
10 luglio, san Gennaro, uno dei
Santi Sette Fratelli, martiri a Roma sotto Marco Aurelio insieme alla madre
Felicita
10 luglio, san Gennaro, martire
con san Marino in Africa.
17 luglio, santa Gennara, martire
a Cartagine con altri compagni.
6 agosto, san Gennaro, diacono e
martire, con papa Sisto e altri compagni a Roma
19 settembre, beato Gennaro della
Valtellina, eremita del Terzo Ordine Regolare di San Francesco
13 ottobre, san Gennaro, martire
con Fausto e Marziale a Cordova
25 ottobre, san Gianuario, diacono
e martire a Porto Torres
26 agosto, san Gianuario, vescovo
di Cartagine e martire
San Gennaro venerato a Livraga
La prima domenica di settembre
tutta la comunità ricorda San Gennaro, patrono di Livraga. Nella mattinata si
svolge nella chiesa parrocchiale una messa solenne in presenza
dell’Amministrazione Comunale e, dopo la funzione, i fedeli si raccolgono in
processione portando lungo le vie del paese l’urna di vetro nella quale
giacciono le spoglie del santo. Il Corpo Bandistico Vittadini accompagna la
processione nel lungo percorso attraverso le vie del centro. Nel pomeriggio si
svolge la Coppa Livraga, importante gara ciclistica. Durante la settimana vi è
sempre la presenza del Luna Park per i più giovani, mentre in ore serali in
piazza Madre Cabrini, antistante il Municipio, si svolgono diverse attività di
intrattenimento con musica dal vivo, balli, servizio ristorazione e altro
ancora.
Come giunse il sacro deposito?
Nel 1672, padre Stefano Rossi
della Compagnia di Gesù, fece "levare" dal cimitero di Santa Priscilla in Roma il
corpo e ne fece dono alla comunità di Livraga.
A Livagra, nella piazza
principale si trova la neoclassica chiesa parrocchiale dedicata a San Martino,
che conserva il corpo di San Gennaro Martire.
Chi è San Gennaro venerato a Livraga?
La tradizione locale racconta: San
Gennaro era un giovane diacono alle dipendenze del Papa S. Sisto, che fu
martirizzato nel 258 d.C. perché sorpreso a celebrare i divini misteri in un
cimitero sull'Appia Antica. Secondo le disposizioni dell'editto Valeriano, fu
arrestato e condannato alla decapitazione. Inizialmente fu sepolto con altri
martiri nel cimitero di Pretestato, finché nel Settembre 1672 giunse nella
chiesa parrocchiale di Livraga.
Pretestato o Priscilla?
Questa semplice confusione di
catacombe, non è un semplice confusione circa l’identità di questo Martire.
Certamente non è il diacono di papa Sisto, perché risulta sepolto altrove secondo
il testo Giovanni Sicari e la Bibliotheca
Sanctorum.
Detto questo, il Martire Gennaro di Livraga è un martire delle
catacombe o “corpo santo”, cioè?
Con il termine di “corpo santo”
si identificano quelle reliquie ossee che, proveniente dalle catacombe romane e
non solo, furono traslate nell’Urbe e nell’Orbe, in un periodo comprese tra la
fine del XVI secolo e la seconda metà del XIX secolo.
Perché “corpo santo” e non “santo
corpo”? La differente posizione dell’attributo (santo) rispetto all’oggetto
(corpo) determina una differenza sostanziale: possiamo definirla una certezza
d’identità del soggetto. Il “corpo santo” è un oggetto in quanto tale, un corpo
di un defunto nelle catacombe, che solo in un secondo tempo ha una valenza
sacrale.
Ma come riconoscere un “corpo santo” nelle catacombe? Tutte le
sepolture erano di “martiri”?
È un discorso molto grande che
lasciamo ad altri studi, qui vogliamo solo rifarci a Marcantonio Boldetti
(famoso custode pontificio e incaricato per l’estrazione dei corpi dalle
catacombe), il quale dava per certe le spoglie scoperte attribuendole ad un
martire dei primi tre secoli. La simbologia che definiva la sepoltura di un
martire era: la palma, il XP, la scritta B.M. (“Beato Martire”), e poi nel suo
interno un balsamario con “il sangue”. Spesso la lapide riportava il nome del
“martire”, in caso contrario dopo l’estrazione veniva attributo un nome e i
criteri di rinomina dei “corpi santi” è molto vario (ad esempio il nome del ….
vescovo diocesano o pontefice in carica; titolare della Chiesa che accoglie il
corpo; della catacomba da cui è estratto; eccetera).
Ciò che importa, oggi come oggi,
è la valenza simbolica del “corpo santo”: un cristiano della Chiesa dei primi
secoli (spesso dell’Urbe e quindi la comunione con la Santa Sede), un testimone
verace del Vangelo, fino al dono della propria vita con il martirio.
Infine, il culto delle reliquie,
derivante dalle onoranze per i defunti, è oggi raccomandato ma non imposto
dalla Chiesa. Il Concilio di Trento nella sua venticinquesima sessione lo
emendò dagli eccessi e il Concilio Vaticano II così si espresse: "La
Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i Santi, le loro reliquie autentiche
e le loro immagini".
La Chiesa venera le reliquie di San Gennaro come reliquie di
un martire cristiano.
“Le reliquie (dei santi) ci indirizzano a Dio stesso: è Lui infatti che
con la forza della sua grazia, concede, ad esseri fragili, il coraggio di
testimoniarlo davanti al mondo. Invitandoci a venerare i resti mortali dei
santi e dei martiri, la Chiesa non dimentica che in definitiva si tratta di
povere ossa umane che appartengono a persone visitate dalla potenza viva di
Dio. Le reliquie sono tracce di questa presenza invisibile ma reale che
illumina le tenebre del mondo, manifestando il regno dei cieli che è dentro di
noi. Esse gridano con noi e per noi: “Maranathà!”, “Vieni Signore Gesù”. (Benedetto
XVI).
Fonti e bibliografia
G.D.M., Archivio iconografico e agiografico
1977 - 2016
Sito web ospitiweb.indire.it
Sito web comune.livraga.lo.it
Sito web it.wikipedia.org
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