Il termine uòpo, termine
desueto, che significa bisogno, necessità.
È singolare che questo
temine è presente in agiografia, ed è portato da un santo eremita lucano.
È Sant'Uopo di
Chiaromonte (PZ), diocesi di Tursi-Lagonegro.
Un eremita proveniente
dal mare. Il cui nome si hanno diverse versioni: Euplo (matrice bizantina),
Opus (matrice latino), Uopo (dal latino ŏpus,
matrice dialettale).
Il culto ha varie leggende,
e colloca il santo eremita nel XI secolo, ma nel marzo del 1616 un nobile
chiaramontese Paulo de Arbia, miracolato dal santo, fece riedificare a sue
spese la cappella del santo. In esso fin da tempo immemorabile era venerato ed
erano custodite le sue reliquie.
I lavori di ricostruzione
iniziarono a maggio del 1616 e il 5 giugno un paralitico di Aliano, posto sul
sepolcro, scoperto durante i lavori in mezzo all’edificio, guarì. Molti altri
miracoli avvengono e la devozione del santo eremita è giunta fino ai nostri
giorni.
Il 22 maggio i
chiaromontesi e molti altri fedeli provenienti dai paesi limitrofi, si
raccolgono in ricordo di un uomo vissuto e sepolto nella frazione che porta il
suo nome: Sant’Uopo.
Il nome del santo, come
molti altri, non è iscritto nel Martirologio
Romano, ma il culto è riconosciuto dalla diocesi di Tursi-Lagonegro in si
colloca la cittadina di Chiaromonte.
O Dio che hai infuso nel cuore di Sant’Uopo
il vivo desiderio di cercarti nelle solitudini della vita eremitica
e lo hai colmato del tuo Spirito di Pietà, per sua intercessione,
concedi al tuo popolo che, protetto dalle insidie del male,
sia irrorato dalla pioggia delle tue benedizioni.
Per Cristo Nostro Signore.
A poca
distanza dal centro abitato di Chiaromonte, sulla statale 104, in direzione
Senise, nella omonima contrada, si trova la cappella di S. Uopo: un eremita
venerato soprattutto dai contadini di Chiaromonte. La costruzione della rinnovata cappella, ormai perduta, dovrebbe risalire al XVII secolo. Quella attuale è
stata aperta al culto, dopo un radicale ripristino il 22 maggio (festa del
Santo) del 1990.