Beato Rolando Rivi
seminarista,
martire
San Valentino,
Castellarano, Reggio Emilia, 7 gennaio 1931
† Piane di
Monchio, Modena, 13 aprile 1945
«Domani un prete
di meno»,
questa è stata la motivazione data per l’uccisione del quattordicenne Rolando
Rivi.
Rolando
Maria Rivi nacque in una famiglia profondamente cattolica. Brillante e vivace,
di lui si diceva: «o diventerà un mascalzone o un santo! Non può percorrere una
via di mezzo». Con la prima Comunione e la Cresima divenne maturo e
responsabile. Rolando, ogni mattina, si alzava presto per servire la Santa
Messa e ricevere la Comunione. All’inizio di ottobre del 1942, terminate le
scuole elementari, entrò nel Seminario di Marola (Carpineti, Reggio Emilia). Si
distinse subito per la sua profonda fede. Amante della musica, entrò a far
parte della corale e suonava l’armonium e l’organo. Quando stava per terminare
la seconda media, i tedeschi occuparono il Seminario e i frequentanti furono
mandati alle loro dimore. Rolando continuò a sentirsi seminarista: la chiesa e
la casa parrocchiale furono i suoi luoghi prediletti. Sue occupazioni
quotidiane, oltre allo studio, la Santa Messa, il Tabernacolo, il Santo
Rosario. I genitori, spaventati dall’odio partigiano, invitarono il figlio a
togliersi la talare; tuttavia egli rispose: «Ma perché? Che male faccio a
portarla? Non ho voglia di togliermela. Io studio da prete e la veste è il
segno che io sono di Gesù».
Questa
pubblica appartenenza a Cristo gli fu fatale. Un giorno, mentre i genitori si
recavano a lavorare nei campi, il martire Rolando prese i libri e si allontanò,
come al solito, per studiare in un boschetto. Arrivarono i partigiani, lo
sequestrarono, gli tolsero la talare e lo torturarono. Rimase tre giorni loro
prigioniero, subendo offese e violenze; poi lo condannarono a morte. Lo
condussero in un bosco, presso Piane di Monchio (Modena); gli fecero scavare la
sua fossa, fu fatto inginocchiare sul bordo e gli spararono due colpi di
rivoltella, una al cuore e una alla fronte. Poi, della sua nera e immacolata
talare, ne fecero un pallone da prendere a calci. Era venerdì 13 aprile 1945. FONTE
Beato Serafino
Morazzone Sacerdote
Milano, 1 febbraio
1747 – Lecco, 13 aprile 1822
Parroco
di Chiuso dal 1773 al 1822, fu confessore di Alessandro Manzoni, probabilmente
fino al 1818, anno in cui la famiglia di Manzoni vendette la villa del
Caleotto, ove soggiornava. Manzoni ne scrisse un vero panegirico in Fermo e
Lucia, ove lo nominò esplicitamente, creando un anacronismo rispetto
all'ambientazione seicentesca della storia narrata, interpretato dai
commentatori come dovuto all'affetto e all'ammirazione dello scrittore verso
questo religioso. Né I promessi sposi il Manzoni toglierà l'accenno esplicito
del nome. Morazzone fu sepolto a Lecco, nella chiesa dedicata a San Giovanni
del rione di Chiuso di cui fu parroco. È stato dichiarato Venerabile il 17
dicembre 2007 e poi beatificato il 26 giugno 2011. In passato la sua
canonizzazione era stata sollecitata dal cardinale Schuster, che lo aveva
definito "novello curato d'Ars". FONTE
Un seminarista e
un parroco.
Oggi,
lunedì dell’Ottava di Pasqua, il Vangelo ci racconta l’incontro tra Gesù e le
donne mirofore: Gesù venne loro
incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i
piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare
ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Vedere
Gesù! Egli si svela a noi nel suo Mistero in questi giorni.
Quel
mi vedranno, dice una certezza.
È
la certezza che ha abitato la vita e la morte di un seminarista e di un
parroco.
In
questi giorni abbiamo saputo di molti sacerdoti malati o morti a causa del
covid-19.
Solo
la nostra diocesi – come ci ha raccontato il nostro Arcivescovo nel messaggio
del Giovedì Santo – ha perso 18 sacerdoti.
Oggi
è giorno del martirio di Rolando Rivi, giorno in cui il Martirologio Romano commemora la sua nascita al Cielo, ma lo è
anche del Beato Serafino Morazzone, parroco in questa Diocesi.
Preghiamo
per vocazioni al sacerdozio e per i sacerdoti, vivi e defunti.
* * *
PREGHIERA al beato rolando rivi
28
gennaio 2015
O Dio, Padre misericordioso,
che scegli i piccoli per confondere i potenti del
mondo,
Ti ringraziamo per averci donato,
nel seminarista Rolando Rivi,
una testimonianza della sapienza della Croce:
esempio d’amore al Tuo Figlio Gesù e
alla sua Chiesa, fino al sacrificio della vita.
Tu hai accompagnato il giovane Rolando
con sapienti educatori: il suo parroco e i suoi
genitori.
Illuminati da questo esempio e
per intercessione di Rolando,
Ti chiediamo di darci la forza di essere sempre
segno vivo del Tuo amore nel mondo e Ti supplichiamo
di voler dare ai genitori, ai sacerdoti, ai catechisti
e tutti coloro che educano alla pienezza della vita umana e cristiana,
la sapienza della Croce per generare nella fede
discepoli del Tuo Figlio che proclamino al mondo: “Io sono di Gesù”. Amen