venerdì 27 marzo 2020

16 agosto: S. Serena



Si ritiene che Foglia fosse il luogo di ritiro di Santa Serena, moglie dell’imperatore Diocleziano, e si racconta come il suo corpo fosse stato rinvenuto dalla famiglia Savelli che ancora oggi si venera nella chiesa a lei dedicata. Santa Serena è festeggiata la prima domenica di luglio
Restaurata nel 1579, conserva una notevole tela firmata da Sebastiano Conca, rappresentante la Madonna del Rosario.
Sotto l’altare della cappella dedicata alla santa, vi è come da iscrizione, il corpo di S. Isterio donato da mons. Giacomo Gregorio De Rossi.
Serena, sarebbe stata la consorte dello stesso Imperatore Diocleziano. L'idea che la stessa consorte dell'Imperatore Diocleziano fosse cristiana è piuttosto suggestiva.
Alla fine dei III secolo, il Cristianesimo si era largamente diffuso, a Roma, in tutti gli strati della popolazione, non esclusa la più antica aristocrazia e la stessa famiglia imperiale. Gli storici conoscono il nome della vera moglie dell'Imperatore Diocleziano, che si chiamava Prisca, e che ebbe una figlia, di nome Valeria.
Sanno anche come, al tempo della persecuzione, la stessa moglie e la stessa figlia dell'Imperatore venissero obbligate a sacrificare agli dei, confermandosi così estranee ad ogni sospetto di essere cristiane, con un gesto che ebbe probabilmente grande efficacia propagandistica, proprio per la posizione occupata dalle due donne, al vertice della piramide amministrativa dell'Impero.

Chi è Santa Serena, la creduta moglie cristiana dell'Imperatore, patrona di Foglia?
La tradizione e la leggenda narra che Serena sarebbe stata la prima moglie di Diocleziano, prima che questi giungesse all'altissima carica. Cristiana convinta e cosciente, quando il marito seppe della sua fede, non esitò a ripudiarla, temendo forse che la presenza di una cristiana al suo fianco pregiudicasse la sua carriera politica.
Più tardi, la ripudiata consorte dell'Imperatore avrebbe testimoniato la propria fede con il sangue: probabilmente proprio nella persecuzione scatenata dal suo ex marito, attraverso la quale, invece, passarono incolumi e insospettate la figlia Valeria e la moglie seconda, Prisca. Santa Serena, martire del III secolo era elencata nel Martyrologium Romanum antico, già inserita da Adone, al 16 agosto: Romae sanctae Serenae, uxoris quondam Diocletiani Augusti. (A Roma, San Serena, che fu la moglie dell'imperatore Diocleziano).
Come si nota: il Martirologio non afferma il martirio di Serena.
Altra fonte sono i leggendari atti di San Marcello e di Santa Susanna si narra che Santa Serena intervenne per difendere i cristiani.
Santa Susanna, oriunda della Dalmazia, era una nobile romana figlia del sacerdote Gabinio e nipote del papa Caio, cugini dell'imperatore Diocleziano. Convertitasi al cristianesimo, come il padre e lo zio, si consacrò a Dio offrendogli la propria verginità. Diocleziano per legare maggiormente a sé il figlio adottivo Galerio Massimiano, gliela promise in moglie. Serena, moglie di Diocleziano, che aveva segretamente abbracciato la fede cristiana, confortò Susanna nel suo santo proposito di verginità. Diocleziano allora, adirato, obbligò la santa vergine ad adorare un simulacro di Giove, ma al suo rifiuto la fece decapitare nella sua stessa casa.
Secondo altre fonti, leggendarie, Serena non morì martire (come anche afferma il Martirologio!), ma terminò i giorni suoi a Foglia, oggi frazione di Magliano in Sabina. Stando ad una antica tradizione, sopravvissuta tra realtà e leggenda, a Foglia sarebbe vissuta in esilio Santa Serena, da sempre patrona del paese.
Nel libro del Palmegiani "Rieti e la Regione Sabina" (1932) si legge: "si ritiene che Foglia fosse il luogo di ritiro di Santa Serena moglie dell'imperatore Diocelziano, e si racconta come dalla famiglia Savelli, fosse rinvenuto il corpo di costei, parte del quale corpo è appunto colà venerato, nella chiesa a Santa Serena dedicata".
Nella stessa chiesa, restaurata nel 1579, sotto l'altare della cappella dedicata a Santa Serena c'è anche il corpo di Sant'Isterio donato da monsignor Giacomo Gregorio De Rossi.
Il castrum di Foglia è da sempre considerato l'eremo di Santa Serena. Negli atti della visita pastorale del Cardinale Andrea Corsini nella Diocesi Sabina (1779-82), nella descrizione della chiesa parrocchiale di Foglia troviamo scritto:
"il secondo altare, ornato con cherubini in stucco, è dedicato a S. Serena che è venerata mediante una statua in stucco e una pala che illustra le fasi del suo martirio".
Negli atti della visita pastorale del Cardinale Odescalchi nella Diocesi Sabina, nella descrizione della parrocchiale di Foglia troviamo scritto:
"la chiesa parrocchiale è dedicata alla Madonna Assunta e risulta in buono stato. Ha cinque altari: altare maggiore dedicato all'Assunta è di proprietà del comune. A cornu evangelii: altare di S. Serena e della Madonna del Rosario di appartenenza delle rispettive compagnie. A cornu epistulae; altare di S. Antonio di proprietà della famiglia Canali di Rieti e altare della Madonna del Carmine ceduto da mons. Spolverini, nella visita del 1829, alla suddetta famiglia. Vi si conserva in un'urna d'argento il corpo di S. Serena, che fu asportato nel 1798 dai Francesi, che profanarono le altre reliquie della santa gettandole in mezzo alla chiesa. Attualmente sono nuovamente venerate in un'urna".
Mons. Canali, suffraganeo dell'Odescalchi, arrivò a Foglia il 5 maggio 1836 alle ore 13 e 30, ad attenderlo altri due preti convisitatori. Il Canali si trattenne fino alla sera del 7 maggio quando partì per Poggio Sommavilla. Al tempo di questa visita pastorale a Foglia, che aveva una popolazione di 40 persone, c'erano le seguenti congregazioni laicali: Confraternita di S. Serena, Confraternita del SS. Sacramento e Confraternita della Madonna del Rosario. Nel 1817 invece Foglia aveva 109 abitanti. Nel 1853 contava appena 89 anime suddivise in 18 famiglie che occupavano 18 abitazioni sotto la chiesa parrocchiale della SS. Assunta e di Santa Serena, la cui festa si celebrava il 16 agosto.

Da questo cosa si deduce?
Che la Santa in questione è da molto tempo venerata a Foglia di Magliano Sabina (RI), ma visto la confusione storica, il supporto solo della leggenda, l’iconografica confusa (martire o no: lo testimoniano anche le visite pastorali!), è da ritenersi: per quando riguarda le reliquie una martire della riscoperta delle catacombe o necropoli cristiane (a supporto anche il corpo di S. Isterio donato da monsignor Giacomo Gregorio De Rossi!), e per quando riguarda il simulacro la leggendaria sposa di Diocleziano, che però – visto la non storicità - non è più commemorata nell’odierno Martirologio Romano.