Questo è un
bellissimo santino, che riproduce S. Espedito, ma si legge: "STATUA …
con le Sante Reliquie".
Credo che si tratti
di reliquie di un omonimo. Quindi un corpo santo o martire delle catacombe.
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Il culto si è
sviluppato a Napoli nel XIX secolo. In Piazza Banchi Nuovi n° 5 sorgeva, circa
un secolo fa, una chiesa dove si venerava il santo. Le fonti parlano, inoltre,
dell’esistenza di un quadro appartenuto a mons. Gargiulo, vescovo di Sansevero,
e di un libretto “pubblicato per devozione d’una monaca domenicana del
monastero di S. Giovanni di via Costantinopoli” (Sul culto di S. Espedito
martire, Napoli, 1905, p. 100). Viene anche citata un’incisione in pietra del
Cattaneo, nella quale il santo è rappresentato con lo sguardo rivolto verso il
simbolo della Santissima Trinità, mentre trafigge con la spada il corvo che ha sotto
il piede (Intorno al culto di S. Espedito Martire, Nota, cit., p. 574) .
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In La Civiltà cattolica (visibile
su Google!), rivista erudita dei Gesuiti, ben è spiegato il culto e l'origine
dei simboli. Semplificando: il culto è già del Martirologio geronimiano. I
simboli hanno due origini: Corvo con Cras
è presente fin dall'introduzione della fiera dei mercanti ad Acireale (secolo
XVIII), con un preciso richiamo alle "dilazioni
ingiustificate, forse nei pagamenti e nell'osservanza dei contratti";
va detto che l’iconografia acese non presenta il santo con croce e corvo, ma solo
con il corvo.
La presenza di Croce e Corvo,
cioè Hodie e Cras è successiva e fa parte della devozione per le grazie urgenti
che nacque in Germania. L’iconografia fu costruita in quest’ambito e poi,
successivamente, ebbe una grande diffusione, facendo diventare il Santo (sic!) della
grazia veloce: oggi e non domani o poi.
Diciamo in conclusione che il
culto primitivo è quello di Acireale e poi c'è' la “bizzocata” tedesca.
Infine che esistono corpi santi chiamati Espedito è
totalmente possibile, perché spesso i martiri estratti dalle catacombe erano
senza nome, per cui venivano “battezzati” anche con nomi di altri martiri già
conosciuti e venerati, alcune volte oppiatamene, per dare al luogo che lo
venerava il corpo del patrono (sic!), creando così un doppio pasticcio.
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Dalla lanuovabq.it questo interessante articolo che da una bella e interessante lettura spirituale sull'iconografia del Martire Espedito.
Se
san Giuda Taddeo e santa Rita da Cascia sono particolarmente invocati per le
cause impossibili, in modo simile sant’Espedito, il più popolare dei martiri di
Melitene, è venerato come il santo delle cause urgenti per antonomasia. Dal
Martirologio Geronimiano, che nella sua originaria redazione risale alla prima
metà del V secolo, si ricavano le principali informazioni certe su di lui, vale
a dire il giorno del martirio, il 19 aprile, e il luogo, appunto Melitene
(l’odierna Malatya, in Turchia), sede di un’antica fortezza legionaria, dove
Espedito venne martirizzato con sant’Ermogene e altri cristiani (In Arminia Militana civitate Hermogeni,
Gagi, Expediti, Aristonici, Rufi, Galatae una die
coronatorum, si legge nel Martirologio Geronimiano).
La
tradizione più diffusa riferisce che era contemporaneo di santa Filomena (c. 290-302), la giovanissima
cristiana martirizzata per volere di Diocleziano e lei stessa patrona delle
cause impossibili, e lo indica quale comandante della XII Legione Romana, detta
la Fulminata (era
stata costituita da Giulio Cesare e fu attiva fino al V secolo), posta a
guardia dell’attraversamento dell’Eufrate a Melitene. L’iconografia lo
rappresenta sempre vestito da soldato romano e il suo nome, Expeditus, che in latino
significa “libero da impacci, libero da carichi” (in greco sta invece per
“ingegnoso”), ha verosimilmente ispirato i tratti essenziali delle sue
raffigurazioni, prive di armi e corazze pesanti, poiché nella terminologia
militare gli expediti erano
i fanti leggeri.
La sua iconografia ha inoltre reso con simboli molto
suggestivi quanto riferito dai diversi racconti agiografici. Si tramanda che
Espedito conoscesse bene da tempo la storia di Gesù. Eppure - nonostante gli
insegnamenti sulla vita eterna, la via della croce e la Risurrezione lo
commuovessero - il soldato aveva di volta in volta rimandato la propria
conversione, forse perché in conflitto con quanto di volta in volta l’impero
andava richiedendo ai soldati nei tempi delle persecuzioni. Quando Espedito si
decise finalmente a seguire Cristo, il diavolo gli apparve sotto forma di corvo
invitandolo a rimandare la sua conversione all’indomani. Ma il santo rispose
deciso: “Io sarò cristiano oggi!”. Ecco perché in diverse icone è rappresentato
nell’atto di calpestare un corvo che grida cras (“domani”, in latino), mentre in una
mano tiene una croce recante la scritta hodie (“oggi”)
e nell’altra la palma del martirio, avvenuto presumibilmente per decapitazione
intorno al 303.
Il suo
culto era già diffuso nel Medioevo, come dimostra il fatto che a Torino esisteva già una
contrada dedicata a sant’Espedito, e dal XVI secolo in avanti abbiamo
molteplici attestazioni della sua venerazione, oggi presente in diversi Paesi
tra l’Europa e l’Asia e sentitissima in America Latina. Il suo nome, che
richiama la rapidità, ha favorito la diffusione del patrocinio sulle cause
urgenti e nei secoli lo si è invocato anche per risolvere le controversie
legali e la buona riuscita degli esami. Sulla base della consolidata
tradizione, nel 1781 Pio VI lo proclamò protettore dei mercanti e dei
navigatori (perché alle prese con la necessità di sbrigare celermente gli
affari o salvarsi da improvvisi pericoli). Ma la sua figura è importante
soprattutto per il bellissimo esempio di conversione, che sant’Espedito si
decise a compiere senza prestare ascolto alle voci che tentavano di
dissuaderlo, magari ispirato dall’insegnamento finale di Gesù nella parabola
sulle dieci vergini: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”
(Mt 25, 13).
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Dio onnipotente ed
eterno, che hai dato ai santi martiri la grazia di comunicare alla passione del
Cristo, vieni in aiuto alla nostra debolezza, e come essi non esitarono a
morire per te, concedi anche a noi di vivere da forti nella confessione del tuo
nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna
con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
(Comune
dei Martiri, Messale Romano)