L’ultima
domenica di avvento ci propone nell'attesa e nel preparare il Natale, Giuseppe
di Nazareth.
Poche
cose definiscono questo personaggio del Vangelo.
Il
luogo di abitazione, Nazareth; il luogo d’origine, Betlemme; il nome di suo
padre, Giacobbe generò Giuseppe; la
sua parentela, della casa di Davide;
la sua paternità adottiva, Gesù era
figlio, come si riteneva, di Giuseppe o in altro passo viene detto: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth;
il lavoro praticato, falegname o carpentiere; la situazione affettiva, sposo di Maria.
Il
Vangelo odierno però lo definisce anche
era uomo giusto.
Altri
personaggi spiccano per essere giusti nella Bibbia, sempre di nome Giuseppe,
l’egiziano e di Arimatea.
Cosa
vuole dire essere giusto secondo la Bibbia.
Gesù
è il giusto.
Possiamo
dire che lo sposo di Maria, lascia a Dio di giudicare il cuore della sua
promessa sposa, egli vuole così bene a Maria che scoprendo che è gravida, prima che andassero a vivere insieme,
non si appella alla giustizia degli uomini, alla legge mosaica, ma lascia che
Maria viva il suo destino, la sua libertà (così Giuseppe pensa!), e compie
qualcosa di sconvolgente, di sorprendente, per proteggerla (è questa la forza
del vero amore che non possiede, ma libera!), pensò di ripudiarla in segreto.
Quale
festa nel cuore avrà avuto Giuseppe nel compiere questo gesto. Avere la festa
nel cuore significa dare giusto valore ad ogni cosa, ad ogni fatto, ad ogni
persona.
Signore
aiutaci ad essere giusti, a rimandare a te i conti, le conclusioni, così che la
domenica sia veramente la festa che misura i nostri giorni. Amen.