Le scarse notizie della sua vita
provengono da una Passio leggendaria, secondo la quale era originario di
Siponto, attualmente frazione di Manfredonia; durante un pellegrinaggio a Roma
Eusanio sostò nei territori di Chieti, Valva, Antrodoco e Rieti; in queste ultime
due città compie dei miracoli, e a Rieti gli venne dedicata la chiesa di
Sant'Eusanio. Durante il viaggio di ritorno, si fermò nel territorio
dell'attuale Sant'Eusanio Forconese, nella provincia dell'Aquila, dove svolse
un secondo apostolato, suscitando le gelosie di unHistoria della città di Chieti metropoli della provincie d'Abbruzzo;
del 1657, redatta dallo storico e giurista Girolamo Nicolino. Nel testo si
narra che Eusanio compì un miracolo nella sua cittadina di origine Siponto,
resuscitando un giovane di nome Diocleziano. A seguito dell'evento miracoloso i
suoi concittadini gli offrirono la carica di vescovo della città, ma egli
rifiutò, lasciando la città insieme con lo stesso Diocleziano, e altri due
compagni, Teodoro e sua sorella Gratula, per recarsi a Roma. Durante il viaggio
attraversarono il territorio di Chieti. In un luogo chiamato Montecchio
(l'odierna Sant'Eusanio del Sangro), Eusanio compì un altro miracolo guarendo
Teoconia, una donna che era cieca da dodici anni. Il viaggio prosegui
attraverso Valva e Cinque Ville (l'odierna Sant'Eusanio Forconese), dove
Eusanio compì diversi altri miracoli.
Attualmente il corpo del Santo è
custodito nella cripta della chiesa di Sant'Eusanio Forconese, dove fu
ritrovato nel 1748 in seguito agli scavi voluti dall'allora vescovo dell'Aquila
Giuseppe Coppola, il quale sull'evento scrisse una minuziosa relazione.