giovedì 15 maggio 2014

Madonna della Fametta





Storia
Forse non tutti sanno che nella Parrocchia di S. Guglielmo in Castellazzo di Bollate si trova un piccolo Santuario dedicato alla Madonna venerata col titolo di Madonna della Fametta. Non si sa esattamente come sia sorto e perché questo titolo; varie sono le ipotesi ma nessuna certezza. L’unico documento certo è presso l’Archivio parrocchiale; in occasione della Visita pastorale del Cardinal Eugenio Tosi il 10 novembre 1931 scritto: “Vi ha alla distanza di un chilometro un oratorio dedicato a Maria SS. Edificato circa il 1808; trovasi in buono stato, non si conserva il SS. Sacramento; ha un altare solo; appartiene alla Marchesa Sormani V.va Crivelli. Vi si celebra e vi si funziona parecchie volte all’anno con una Messa avventizia”.
Altri documenti parlano degli oggetti presenti nel Santuario: purificatoi, candelieri, crocifissi; così come delle cerimonie che vi si celebravano.
Nel 1808 tutto il Castellazzo apparteneva alla nobile famiglia Busca, e Parroco del borgo era don Besozzi Carlo, ex carmelitano scalzo (si tenga presente che in quel periodo Milano era sotto il dominio di Napoleone, il quale, tra le altre cose, aveva in animo di sopprimere anche gli Ordini religiosi come effettivamente fece con un decreto nel 1810).
Prendendo il 1808 come data della costruzione dell’edificio, il prossimo anno risulta essere il bicentenario del Santuario.
Ma: chi fu l’umile architetto che ne ha disegnato lo strano profilo? per quale motivo la nobile famiglia “Busca”, proprietaria del “Castellazzo”, decide di erigere questa edicola in onore della Sacra Famiglia (è l’affresco che si trova sopra l’altare) e successivamente della Beata Vergine?
Forse per scongiurare eventi funesti o per propiziare raccolti più abbondanti?
E da dove scaturisce il nome della Madonna della Fametta?
Ecco una serie di domande alle quali è difficile dare una risposta precisa.

Devozioni e pellegrinaggi al Santuario
La devozione alla Madonna della Fametta è sempre stata molto sentita dagli abitanti di Castellazzo naturalmente, ma anche dalle Parrocchie vicine, soprattutto da quelli di Garbagnate e Bollate. Nel ‘Cronicon’ di Castellazzo, per esempio, noi leggiamo in data 20 maggio 1940: ‘alle sei del mattino arriva alla Fametta il pellegrinaggio parrocchiale di Garbagnate, celebra la S. Messa il Parroco, e distribuisce la S. Comunione a 300 persone; la maggior parte sono gli innocenti’.
E di Bollate leggiamo sempre nel ‘Cronicon’: '29 giugno 1945: pellegrinaggio alla Fametta della G.F. di Bollate col Sig. Prevosto, Don Carlo Elli’.
Lo stesso diario parrocchiale (‘Cronicon’) ricorda che durante la guerra 1940-45 si portavano al santuario le fotografie dei militari in armi per metterli sotto la protezione della Madonna. Parecchi ex-voto “per Grazia ricevuta”, una volta ornavano le pareti del Santuario stesso. Negli ultimi anni il pellegrinaggio più numeroso fu senz’altro quello della Parrocchia di Turate: ben tre pullman, quasi tutti ragazzi e giovani, resero omaggio alla nostra Madonna.
La gente di Cassina Nuova era solita andare ad ‘Arcunàa’ (così una volta chiamavano Castellazzo) per venerare la Madonna. Tradizione acquisita è ormai il pellegrinaggio a chiusura del mese di maggio, quando il corteo, partito da Castellazzo, si incontra con quello proveniente da Garbagnate per pregare insieme la Madonna.





Significato del nome
Non si hanno documenti che spieghino il significato di questo nome. In uno scritto, probabilmente del settecento, conservato in archivio parrocchiale abbiamo i nomi di parecchi campi e località di Castellazzo, ma il nome Fametta non figura; allora si possono immaginare alcune ipotesi sul perché del nome che fu applicato al luogo, e, di riflesso al Santuario e alla Madonna.

fa-meta – famei – fametta – piccola fame – un po’ di fame.

Fameta

Nel vicino paese di Turate (Co), esiste un cortile-contrada chiamata ‘Fameta’ (e non ‘Fametta’). Questo nome voleva indicare che quel luogo era meta, cioè incontro di varie strade:’fa-meta’; quindi piazza, cortile, rione che era il punto di arrivo da varie zone.

Questa ipotesi darebbe al santuario il significato di incontro: Garbagnate e Bollate, la campagna e la città. La Madonna della Fametta quindi potrebbe essere occasione e causa di incontro tra due comuni e due comunità parrocchiali, segno d’unione e di unità nella fede, di accoglienza e di cooperazione tra due comunità civili.

Famei

Il termine fametta è piuttosto comune in alcune zone agricole lombarde. Secondo alcuni studiosi il nome ‘fametta’ deriverebbe dalla parola dialettale ‘famei’, che significa famiglio, cioè membro di una famiglia di contadini che lavoravano la terra a mezzadria, e quindi significherebbe il luogo abitato da questa famiglia. Sopra l’altare della chiesetta si trova un affresco che raffigura la Sacra Famiglia, che forse voleva indicare una primitiva devozione particolare alla Famiglia di Nazareth; dalla devozione alla Madonna della Famiglia alla denominazione di ‘Madonna della Fametta’.

Questa ipotesi potrebbe accomodare varie traduzioni.

Fametta = piccola fame

Una teoria farebbe derivare il nome dal fatto che, essendo i terreni agricoli poco redditizi perché argillosi, i contadini che li lavoravano ‘facevano la fame’.

Come i Francesi chiamano ‘famine’ la carestia, così si può pensare che fametta si riferisse alla penuria di cibo più volte sperimentata localmente.

Fametta – un po’ di fame

Una diceria popolare farebbe risalire il nome al periodo della peste: quando gli appestati cominciavano ad avere un po’ di fame, erano in via di guarigione.

La gente del luogo dice che si chiama così, perché recandosi al santuario si percorreva quel tratto di strada che stuzzicava l’appetito, e quindi produceva un po’ di fame.”

FONTI:
* Dal libro: Santuario Madonna della Fametta di Castellazzo di Bollate, 2010.
* Sito web di insiemegroane.it
* Sito web di parrocchiacastellazzo.it