martedì 30 dicembre 2014

L'attività fisica ...




Colui che si attacca all'attività fisica come essenziale, finirà lui stesso per diventare materiale, si andrà pian piano raffreddando e il suo cuore si commuoverà sempre di meno... Questo non significa che dobbiamo lasciar perdere il lavoro esteriore, il quale anzi complementare di quello interiore: entrambi dovrebbero procedere insieme. La priorità dev'essere data all'adorazione interiore, perché bisogna servire Dio in spirito e verità. Le due attività sono interdipendenti, ma dobbiamo sempre aver presente il loro valore rispettivo: dobbiamo impedire che l'una prevalga sull'altra o che siano motivo di divisione nella nostra fedeltà a Dio.

(Teofane il Recluso, in Caritone di Valamo, " L'arte della preghiera", Gribaudi, Milano 1980, p. 80)

 
* Teofane il Recluso, anche conosciuto come Feofan Zatvornik, al secolo Georgij Vasilievič Govorov, in russo Феофан Затворник (Černavsk, 1815Vjša, 1894), fu un monaco russo, glorificato come santo dal Concilio Locale della Chiesa ortodossa russa del 1988 tenutosi al Troice-Sergieva Lavra.

venerdì 26 dicembre 2014

Stefano, un fuoco dello Spirito!


opera Prato Museo di Palazzo Pretorio

 
Nella Chiesa apostolica il giovane Stefano è stato un fuoco dello Spirito.
L’evangelista Luca ci riferisce le circostanze della elezione di Stefano al diaconato (Atti 6,1-6): la tensione tra i cristiani di origine palestinese e quelli della diaspora, ed ogni comunità correva pericolo di chiudersi in se stessa.
Stefano è l’uomo che incarna l’unità in Dio. Essere una sola comunità nella carità.

Ieri abbiamo celebrato la nascita nel tempo del nostro Re eterno, oggi celebriamo la passione trionfale del soldato.
Il nostro Re, l’Altissimo, venne per noi umile, ma non poté venire a mani vuote; infatti portò un grande dono ai suoi soldati, con cui non solo li arricchì abbondantemente, ma nello stesso tempo li rinvigorì perché combattessero con forza invitta. Portò il dono della carità, che conduce gli uomini alla comunione con Dio. (Fulgenzio di Ruspe)
 


 
I sette Diaconi, tra cui Stefano sono di origine greca, ciò equilibrava in parte l’autorità dei «Dodici» di origine palestinese.
Una comunità iniziale che era fatta di una diversità equilibrata.

Stefano quindi, … Sostenuto dalla forza della carità vinse Saulo che infieriva crudelmente, e meritò di avere compagno in cielo colui che ebbe in terra persecutore. La stessa carità santa e instancabile desiderava di conquistare con la preghiera coloro che non poté convertire con le parole. (Fulgenzio di Ruspe)

La carità di Stefano è l’arma del suo conquistare a Cristo, lì dove non arriva l’eloquenza della parola.
La carità è la grande testimonianza che è chiesta al discepolo.

La carità dunque è la sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine. (Fulgenzio di Ruspe)

Il più grande gradino della carità è il perdono dei nemici.

Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.

Il racconto della «passione di Stefano» è modellato da Luca sul racconto della Passione di Cristo. Come il Maestro, anche Stefano morì perdonando ai suoi uccisori. La santità cristiana è viva imitazione di Cristo.

Dio si è fatto portatore di carne perché l’uomo possa divenire portatore di Spirito. (Atanasio di Alessandria)

Egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Egli, infinito si è fatto finito, per dare a noi nello nostra finitezza di avere lo sguardo dell’infinito che è l’amore!
Dio è amore
Amen.

venerdì 12 dicembre 2014

Maria, tu sei per me!



Maria, tu sei per me,
Madre spirituale e Maestra di vita, Regina potente.
Non ti chiedo visioni o rivelazioni, né esperienze spirituali straordinarie.
Madre carissima: che io abbia il tuo spirito per conoscere Cristo e il suo Vangelo.
Amen.

sabato 6 dicembre 2014

Nostrum Parentem maximum!



6 dicembre, solennità di S. Ambrogio patrono della Diocesi e città di Milano.

Io sono stato chiamato all'episcopato dal frastuono delle liti del foro e dal temuto potere della pubblica amministrazione. Perciò temo di essere giudicato un ingrato, se amo di meno, mentre mi è stato rimesso di più... Conserva, Signore, la tua grazia, custodisci il dono che mi hai fatto nonostante le mie ripulse. Io sapevo che non ero degno d'essere chiamato vescovo, perché mi ero dato a questo mondo. Ma per tua grazia sono ciò che sono, e sono senz'altro l'infimo (cfr. 1Cor 15,9) fra tutti i vescovi e il meno meritevole; tuttavia, siccome anch'io ho affrontato qualche fatica per la tua santa Chiesa, proteggine il risultato. Non permettere che si perda, ora che è vescovo, colui che, quand'era perduto, hai chiamato all'episcopato, e concedimi anzitutto di essere capace di condividere con intima partecipazione il dolore dei peccatori. Questa, infatti, è la virtù più alta... Anzi, ogni volta che si tratta di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimbrottarlo altezzosamente, ma di gemere e piangere, così che, mentre piango su un altro, io pianga su me stesso (Ambrogio, La penitenza, II, 8, 67 e 73: SAEMO 17, pp.265,267,269).
 
 
 
 
 
 
Sant’Ambrogio (Vespri)
Il canto festoso si leva «Nostrum parentem maximum»
 
1. Il canto festoso si leva
al padre e pastore animoso,
che in tempi insicuri apparve
presidio di forte speranza.
2. Ed ecco, una voce di bimbo
nel popolo incerto e discorde:
«Ambrogio sia vescovo!» - grida,
e lieti acclamano tutti.
3. Così un maestro la Chiesa
conobbe gioiosa e invidiata;
così la protervia di Ario
per sempre fu vinta tra noi.
4. Insegna i canti di Dio
che unanime il popolo accoglie;
rigenera, padre amoroso,
al fonte di grazia Agostino.
5. È l’alba del sabato santo:
nutrito del corpo di Cristo,
nel giorno che aveva predetto
si avvia alla Pasqua eterna.
6. Ambrogio, ancora il tuo gregge
minacciano lupi rapaci:
disperdi ogni insidia funesta
e guidaci a tempi di pace.
7. All’unico e trino Signore,
che premia fatiche e speranze
di gioia ineffabile in cielo,
nei secoli gloria e onore. Amen.
 

lunedì 1 dicembre 2014

Io mi abbando a Te!






Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.

Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.

Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.

Affido l'anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.

Beato Carlo di Gesù (Charles de Foucauld) Religioso
Strasburgo, Francia, 15 settembre 1858 - Tamanrasset, Algeria, 1 dicembre 1916




«Guardiamo i santi – è l’invito del beato Charles de Foucauld –, ma non attardiamoci nella loro contemplazione, contempliamo con essi Colui la cui contemplazione ha riempito la loro vita, approfittiamo dei loro esempi, ma senza fermarci a lungo nel prendere per modello completo questo o quel santo, e prendendo di ciascuno ciò che ci sembra più conforme alle parole e agli esempi di nostro Signore Gesù, nostro solo e vero modello, servendoci così delle loro lezioni, non per imitare essi, ma per meglio imitare Gesù».