Oggi è il terzo giorno delle Sante Quarantore.
Se il primo giorno abbiamo avuto la compagnia della Madre di Dio, la donna che compie la volontà di Dio, così da renderla per noi esempio e vera discepola, il secondo giorno l’esempio nuziale di Cecilia martire di Roma, oggi, la Chiesa ci offe l’esempio di Clemente vescovo di Roma, terzo successore dell’Apostolo Pietro.
Clemente fu generoso pastore del gregge di Dio, modello di perseveranza e fede, e ricevette “la corona della gloria che non appassisce” nel martirio.
Le letture proposte per la memoria di papa Clemente I ci portano “nella regione di Cesarèa di Filippo”, dove Gesù pone una domanda esistenziale ai suoi discepoli: «Ma voi, chi dite che io sia?»
Anche a noi Gesù in queste Sante Quarantore ci ha richiesto di pensare a questa domanda: chi sono io per te?
Chi è Gesù per me?
Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Ed come posso rispondere dopo questi giorni trascorsi alla sua presenza eucaristica?
Pietro aveva risposto svelando la natura divina di Gesù.
A noi non è chiesto di svelare nulla, ci è solo chiesto di comprendere quanto lui sia necessario per la noi, affinché nel campo che è il mondo noi possiamo essere il seme buono del Regno di Dio!
Concludo con una preghiera tratta dalla lettera papa Clemente I scrisse alla comunità cristiana di Corinto:
“Apristi gli occhi dei nostri cuori perché conoscessero te solo, Altissimo nel più alto dei cieli, il Santo che riposa in mezzo ai Santi, Tu che abbatti l'insolenza degli orgogliosi, che svii i calcoli dei popoli, che esalti gli umili, che abbassi i grandi; Tu che dai ricchezza e povertà, che uccidi, salvi e risusciti; Unico benefattore delle anime e Dio di ogni uomo, contemplatore degli abissi, scrutatore delle opere dell'uomo, soccorso nei pericoli, Salvatore di chi dispera, Creatore e vescovo delle anime tutte.
Tu che moltiplichi i popoli sulla terra, che hai scelto fra essi quelli che ti amano per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio diletto nel quale ci hai istruiti, santificati e onorati. Sii nostro soccorso e sostegno, te ne preghiamo, o Maestro! Sii salvezza agli oppressi e abbi pietà per gli umili; rialza quelli che sono caduti, rivelati a coloro che sono nel bisogno, guarisci i malati, riconduci gli sbandati del tuo popolo sul buon sentiero, sazia chi ha fame, libera chi è prigioniero, rialza i languenti, da forza ai deboli. Tu solo sei Dio, Gesù è tuo Figlio, noi siamo il tuo popolo, le pecorelle dei tuoi pascoli.
Con le tue opere hai rivelato l'ordine immortale del mondo. Tu, o Signore che creasti la terra, che resti fedele alla tua parola per tutte le generazioni, Tu giusto nei tuoi giudizi, ammirabile nella tua forza e nella tua magnificenza, sapiente nella creazione, prudente nel consolidare le cose create, buono nelle cose visibili, fedele verso coloro che confidano in Te, misericordioso e pieno di compatimento, perdona i nostri peccati, le ingiustizie, le cadute, gli errori.
Non contare i peccati dei tuoi servi e delle tue ancelle, purificaci invece con la tua verità, dirigi i nostri passi, perché possiamo camminare con santità di cuore, facendo ciò che è bene e piace agli occhi tuoi …
Dà concordia e pace a noi e a tutti gli abitanti della terrà, come la desti ai nostri padri, quando ti invocarono santamente nella fede e nella verità. Rendici sottomessi al tuo Nome potente ed eccellentissimo, ai nostri prìncipi e tutti coloro che ci governano in terra.
Tu, o Maestro, hai dato loro il potere della regalità con la tua magnifica e invisibile potenza, perché, conoscendo la gloria e l'onore che loro hai partecipato, noi siamo sottomessi e non ci opponiamo alla tua volontà. Concedi loro, o Signore, salute, pace, concordia, stabilità, affinché possano esercitare la sovranità che loro hai data senza contrasti. Sei infatti Tu, o Maestro, re dei secoli, che concedi ai figli degli uomini gloria, onore e potere sulle cose della terra. Dirigi, Signore, il loro spirito, affinché seguano ciò che è bene, ciò che piace a te e, esercitando il potere che loro hai dato nella pietà, nella pace e nella mansuetudine, ti abbiamo sempre propizio. Tu solo puoi fare queste cose e procurarci beni anche più grandi … Così sia”.
(San Clemente Romano, Ippolito Hemmer, p. 121, 129, Picard, 1909).