Oggi è il secondo giorno delle Sante Quarantore.
Se ieri abbiamo avuto la compagnia della Madre di Dio, la donna che compie la volontà di Dio, così da renderla per noi esempio e vera discepola, oggi, la Chiesa ci offe l’esempio di Cecilia di Roma.
La memoria del 22 novembre è molto antica. La celebrazione ha già tracce nel 346 d.C. e la martire è citata tra le sette martiri del Canone Romano.
Ascoltando la Parola di Dio della memoria, Cecilia è la sposa fedele del Signore.
Il suo ricordo ci fa ricordare che la relazione con Gesù è una relazione nuziale, quindi d’amore.
Una relazione fatta di tempi di vicinanza silenziosa e di cuore a cuore, come sono le Sante Quarantore; tempo che al Chiesa ci offre per ravvivare la nostra nuzialità con Gesù.
Inoltre la Parola di Dio, di questa memoria liturgica, ci richiama ad un fatto: la nostra vita è vivere l’attesa del compimento del Regno di Dio. Come ci racconta la parabola delle vergini sagge.
Le Sante Quarantore sono un tempo in cui fare la ricarica “in piccoli vasi”di quell’olio che serve per un’attesa e una sequela saggia e perseverante.
La vergine martire Cecilia interceda per noi perché la nostra vita sia una porta aperta in attesa del compimento del Regno dei cieli. Amen.