vetrata di fra Alberto Farina 1995 Barcellona P.G. |
"vigilanti nell’attesa della tua ora". (orazione colletta)
Così abbiamo pregato all’inizio della celebrazione eucaristica.
Noi attendiamo un’ora.
Ma qual è l’ora?
Nei Vangeli, in particolare in Giovanni, è il tempo del compimento del senso dell’Incarnazione. È l’ora della passione, a cui fa contorno l’ora delle tenebre, ma è anche l’ora della vittoria del Crocifisso risorto.
L’ora che attendiamo è l’attesa della liberazione: l’ora "della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici".
L’ora, è il tempo che ci è dato, per imparare a capire qual è il nostro tesoro in cui far riposare il cuore: "Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore".
Questo tempo è un tempo di vigilanza, di temperanza, di prudenza, un tempo di fede: "la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede".
L’ora che viviamo è quella della fede, in attesa del compimento: come amministratori fidati, che attendono l’arrivo del padrone: quindi pellegrini su questa terra, consapevoli che essa non gli appartiene, ma che ha il suo Custode e Signore.
La fede va vissuta con serenità, perché noi siamo il suo piccolo gregge, perché dal Signore siamo scelti ed amati, forse anche provati, ma amati!
"Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno"
"Abramo, messo alla prova", ebbe fede, e da lui "nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare".
Infine.
"Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più»".
L’ora è attesa del compimento, in cui ognuno e ogni cosa vivrà l’armonia divina: così che la nostra disponibilità a cercare l’armonia pensata da Dio, sarà messa in luce, ed Egli premierà il consapevole e l’inconsapevole, il giusto e il pigro: cercando di trarre da ciascuno il bene compiuto secondo l’armonia divina.
Pieni di speranza, in attesa e con la certezza del compimento della promessa di Dio, cerchiamo di guardare il bene e di raccontarci il silenzio della foresta che cresce e non il rumore dell’albero che cade. Amen.