“Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù”
La Chiesa del I secolo annuncia che le Scritture trovano in Gesù la pienezza del loro senso. Così spiegava Gesù ai discepoli di Emmaus, agli Undici nel Cenacolo … allo stesso modo il diacono Filippo con l’eunuco di Candace.
L’annuncio cristiana dopo la dispersione della comunità di Gerusalemme ha il suo trampolino di lancio: non solo ai Giudei, ma a tutti… anche ad un lontano ètiope.
Afferma S. Girolamo: “L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.
Oggi siamo quindi esortati a nutrirci della Parola per avere il pensiero di Cristo e camminare alla sua sequela.
Questa immagine del nutrirci è ripresa anche nel V angelo: la vita eterna è da donata da Colui che disceso dal cielo: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”.
L’Eucarestia e la Parola: due mense a cui attingere nutrimento per avere la vita eterna, per vivere da salvati: “il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
Gesù è la Parola e il Pane. La Parola è parola di vita. Il Pane è pane di vita. Se vuoi vivere della vita di Cristo: nutriti del pane e della parola!
La partecipazione a queste mensa del Pane e della Parola dà speranza, dà la certezza della vittoria di Cristo. Nulla potrà oscurare la speranza, nemmeno la persecuzione della Chiesa in epoca apostolica, né la devastazione di Milano del secolo XII vissuta dal vescovo Galdino.
San Galdino, figlio di piccoli nobili, è nato a Milano nel 1096, avviandosi poi alla vita ecclesiastica, nel 1160 è arcidiacono della cattedrale, e lo troviamo con l'arcivescovo Oberto al campo dei milanesi. Nel 1162 assiste alla distruzione della città ordinata dall'imperatore, Federico I Barbarossa. Lui e l'arcivescovo sono schierati con Alessandro III, eletto papa nel 1159 da una parte dei cardinali, mentre altri eleggevano il filo-tedesco, antipapa, Ottaviano de' Monticelli col nome di V ittore V I. Scisma nella Chiesa, dunque. Nel 1165 Galdino viene nominato cardinale e succede a Oberto sulla cattedra di Ambrogio. La città però è in rovina. Nel 1167 incomincia la ricostruzione, e uno dei protagonisti è lui. Riorganizza la Chiesa in Lombardia e pianifica il soccorso ai molti poveri. Rimette in piedi le strutture fondamentali per miserie vecchie e nuove, dice agli amministratori e fa incidere sulla pietra: «V oi siete qui solo per servire i poveri». Lo stesso slogan di papa Francesco del XXI secolo!
Galdino fa restaura la cattedrale, aiutato da donne milanesi che donano i pochi gioielli salvati dai saccheggi del Barbarossa. Morirà nel 1176 dopo un sermone, sul pulpito della Basilica di Santa Tecla, l’odierno Duomo.
Signore, dopo la notte c’è sempre il giorno, dopo il buio la luce: fa che nutrendoci alla mensa del Pane e della Parola sappiamo sempre sperare nella speranza che sgorga dalla tua Pasqua. Amen.